Sconfitta e fair play, Letizia non molla: "Lavorerò per Milano"

"Sono ancora a disposizione della mia città". Nei prossimi giorni il passaggio di consegne. Il futuro: il sindaco uscente intenzionata a mantenere l’incarico di commissario Expo

Sconfitta e fair play, Letizia non molla: "Lavorerò per Milano"

Arriva alle 17 e 30 nella casa dell’associazione che porta il suo nome. Letizia Moratti ha incassato da un’ora il risultato del ballottaggio, cede il posto a Giuliano Pisapia che diventa sindaco con il 55,1% dei voti, dieci punti avanti. Sorriso tirato, la accompagnano la figlia Gilda e Paolo Glisenti, lo spin doctor della campagna 2006 richiamato dopo il primo turno per tentare la remuntada, ma non è bastato. «Ho appena parlato con l’avvocato Pisapia per fargli le mie congratulazioni e gli auguri di buon lavoro» è l’esordio davanti ai giornalisti, ramo d’ulivo dopo le accuse che i competitor di centrodestra e sinistra si sono lanciati fino alla vigilia del voto. Ma «è un augurio sincero e nel rispetto degli elettori e delle istituzioni, che vengono prima di ogni differenza culturale e politica - puntualizza -. Gli ho dato la mia disponibilità, se lo vorrà, per fare un passaggio di consegne». Ieri mattina era in ufficio a Palazzo Marino a fare ancora il sindaco, poi ha atteso i risultati a casa con la famiglia. Quando la Moratti arriva in via Montebello ci sono gli assessori uscenti Mariolina Moioli e Giovanni Terzi che si sono candidati con una lista civica di sostegno, c’è l’ex assessore Edoardo Croci che pure l’ha appoggiata con la lista Milano Migliore. La aspettano l’ex presidente di Amsa Sergio Galimberti, il dg del Comune Antonio Acerbo, Giuliana Mavellia assessore in pectore per un weekend (era stata indicata per la nuova giunta venerdì scorso), Alain Elkann e Red Ronnie che l’hanno assistita nella comunicazione. Nessun uomo di partito, né Pdl né Lega. E nei corridoi che chi sostiene che «ora i colonnelli di partito che dettavano le strategie nei vertici a casa Moratti dovranno fare mea culpa», la resa dei conti è partita. Lei non apre polemiche, ringrazia «tutti i candidati di Lega, Pdl e liste civiche che sono state al mio fianco senza risparmiarsi mai». Avvisa chi la immagina pronta a ritirarsi a vita privata che è pronta più di prima a scendere in campo: «Desidero continuare a lavorare per Milano e l’Italia, anzi il risultato di oggi mi spinge a moltiplicare il mio impegno, metterò a disposizione il capitale di fiducia raccolto per unire tutte le forze politiche moderate e riformiste che vogliono il dialogo, sui valori di legalità, famiglia, accoglienza, sussidiarietà». Vuole impegnarsi, ripete almeno tre volte, a «rafforzare le alleanze nella coalizione o costruirne di nuove». Nessun giudizio sui toni della campagna elettorale, c’è chi le domanda se Berlusconi non abbia sbagliato a rendere le comunali un test nazionale per il governo. «Le valutazioni sulla campagna, giusta o sbagliata che sia stata - afferma - le lascio agli analisti politici, per me ora è importante far capire che sono a disposizione della mia città, un desiderio cresciuto in questi anni a contatto con i cittadini, con cui ho condiviso sogni, preoccupazioni e ansie».

Non lo dice ma è escluso che rimanga a fare la consigliera di opposizione in aula, dovrebbe blindare invece il ruolo di commissario straordinario dell’Expo che è nominativo e non legato alla carica di sindaco. Anche se per ora rimanda «le valutazioni ai prossimi giorni, le farò con la coalizione e nelle sedi opportune, perché ci sono profili diversi che appartengono anche ad ambiti di responsabilità diverse».

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