È finita come Italia-Germania del 1970 e le emozioni, sia pure con i dovuti distinguo del caso, Inter e Lazio sono riuscite ugualmente a regalarle, anche se la sfida di ieri era figlia dellatmosfera rilassata da fine campionato e quella di 37 anni fa valeva quasi un Mondiale. E alla fine i biancocelesti, pur sconfitti a San Siro, sono riusciti a festeggiare la qualificazione alla Champions League della prossima stagione, anche se passando dai preliminari.
Ma il risultato vale comunque tanto, specie per chi aveva cominciato il campionato fra le polemiche e con una forte penalizzazione. Ne sa qualcosa Delio Rossi che, al novantesimo, ha teso a sottolineare che quello ottenuto «è un traguardo impensabile raggiunto con merito dai ragazzi». Secondo il tecnico romagnolo la partita con i nerazzurri «sè giocata senza tatticismi, noi abbiamo giocato bene e pagato qualche disattenzione che a fine campionato ci può stare. E oggi raccogliamo i frutti di una stagione importante, perché non si disputa un campionato così senza forza morale e tecnica». Sincero, lallenatore di Rimini ha poi aggiunto che «questo risultato tuttavia non ci ripaga di quello che abbiamo sofferto» (e i riferimenti a Calciopoli non sono casuali), anche se poi si è affrettato ad ammettere che «sarei stato contento anche di fare la coppa Uefa». Così, dopo una partita giocata a viso aperto che riesce a regalare entusiasmo anche agli sconfitti, si comincia a ragionare sul futuro, cercando di intuire le strategie di casa-Lazio. Che, a sentire Rossi, manterrà intatto lorganico attuale anche se cè da ipotizzare che qualcuno, magari i meno utilizzati, cercherà di cambiare aria proprio per poter giocare con continuità. Sprizza euforia da tutti i pori anche il gestore di Formello: «Sono contento per la qualificazione, anche se sono dispiaciuto del calo qui a San Siro». Lotito, che ha promesso di rinforzare lorganico per affrontare in maniera degna laristocrazia del football europeo («Valuteremo le necessità senza mortificare il gruppo attuale»), ha poi ricordato che aveva previsto tutto: «Lo dicevo, avremmo impiegato tre anni per riportare la Lazio ai suoi livelli. I fatti hanno dimostrato che il calcio è fatto di episodi: la nostra squadra è stata onorevolmente competitiva, anche se ogni tanto abbiamo avuto dei cali di tensione».
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