Finalmente cancellate le scritte della vergogna: ieri personale della Statale ha tinteggiato il muro della cartolibreria Cusl, circuito Comunione e liberazione, dove campeggiavano i nomi di quattro ragazzi e una ragazza, anche se altre scritte sono poi apparse allesterno dellAteneo. I cinque giovani, studenti universitari, erano ritenuti «colpevoli» di aver denunciato un gruppo di antagonisti che il 3 ottobre, dopo aver fatto 800 fotocopie, pagò il conto a calci e pugni. Gli aggressori vennero poi arrestati dai carabinieri il 13 novembre, quattro finirono ai domiciliari uno in carcere, scatenando la reazione dei Centri sociali.
Seguirono due giorni di disordini: venerdì al Ticinese cassonetti rovesciati e muri imbrattati, sabato davanti a San Vittore lancio di bombe carta dentro il carcere durante lora daria dei detenuti. Lunedì gli antagonisti organizzano unassemblea in Statale, culminata con lassalto alla sede della Cusl, costretta a chiudere. In quelloccasione, i nomi dei cinque ciellini che avevano denunciato la prima aggressione, vengono scritti su un lenzuolo appeso in atrio e sul muro della stessa cartolibreria. La Cusl è successivamente oggetto di assalti e intimidazioni da parte dei Centri sociali anche mercoledì, giovedì, durante la «giornata contro Cl», e venerdì.
Uno stillicidio che alla fine raggiunge il suo scopo: i ciellini non vogliono più denunciare le aggressioni per timore di nuove rappresaglie. Il tutto nella più assoluta indifferenza del mondo politico e culturale ma soprattutto accademico. Per sette giorni il rettore Enrico Decleva non fa sentire la sua voce, né pensa di fare cancellare la lista di «proscrizione». Poi il fine settimana riporta un po di calma e ieri la cartolibreria può riaprire senza subire ulteriori incursioni. Sempre però con i nomi degli «infami» scritti a caratteri di scatola.
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