Scrittori e artisti in «Officina» pensando al mondo che verrà

C ambia la formula, ma non la sostanza: per la sua quarta edizione «Officina Italia», festival culturale ideato da Antonio Scurati e Alessandro Bertante, abbandona il dibattito finale è dà maggior spazio ai reading e ai critici letterari. Nella sala della Palazzina Liberty, gioiello di vetro e ferro nel parco in Largo Marinai d'Italia, per tre sere si alterneranno le voci più interessanti della narrativa italiana contemporanea. Dopo aver invitato negli anni passati Roberto Saviano (alla sua prima uscita pubblica dopo le minacce di morte), Paolo Giordano, Alessandro Baricco, Pietrangelo Buttafuoco e altri, «Officina Italia» questa volta ha chiesto a sedici scrittori di riflettere sul «Mondo che verrà» (dal 5 al 7 maggio, ore 21, ingresso libero).
Gli autori invitati apriranno le porte dei loro «laboratori», ché il senso del festival è quello di accostare il pubblico alla lettura di testi inediti, alcuni persino in lavorazione. Novità di quest'anno: la presenza di un critico letterario davanti al microfono. Al posto del più scontato talk-show finale, un giovane critico presenterà al pubblico un autore a suo parere meritevole di attenzione e non ancora adeguatamente apprezzato. Si comincia con il critico Andrea Cortellessa che introduce Giorgio Falco, nella seconda serata Daniele Giglioli presenta la narrativa d'inchiesta del giornalista-scrittore Luca Rastello, nell'ultima serata Gabriele Pedullà darà la parola a Paolo Zanotti che in anteprima parlerà di «Bambini bonsai», poetico romanzo in uscita per Ponte alle Grazie, che immagina una terra devastata dove solo diafani bimbi riescono a trovare il senso della vita.
Nella Milano che guarda all'Expo, agli scrittori è stato chiesto di predire, attraverso il filtro della narrazione, il futuro prossimo: soli, davanti a un microfono e una pagina scritta, illustreranno al pubblico qualche ingranaggio della loro officina di parole. L'ospite più atteso è senza dubbio Vinicio Capossela, nella veste non di cantastorie stralunato, ma di scrittore che immagina il «suo» mondo che verrà. Nella serata inaugurale, oltre a Caposela, si terrà il reading del milanese Luca Doninelli, da sempre attento a descrivere con un misto di realismo e poesia la nostra città, e in procinto di pubblicare per Guerini & Associati «Milano è una cozza». Seguono Sergio Altieri, esperto nel thriller apocalittico in salsa italiana, ed Helena Janeczek, scrittrice ebrea-polacca da trent'anni residente a Gallarate, di cui è in uscita «Le rondini di Montecassino» (Guanda), affresco storico sulla battaglia tra alleati e nazisti che portò alla distruzione dell'abbazia benedettina.
Giovedì sera Gabriele Pedullà, Luigi Guarneri e Francesco Piccolo leggeranno i loro inediti insieme a una delle voci femminili più interessanti del momento: la sarda Michela Murgia. Chiude la serata l'attore Filippo Timi, da un anno in tournée con lo spettacolo «Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche» e autore di vari romanzi. Venerdì a mostrare la sua officina sarà la scrittrice romana Chiara Valerio e tre pezzi da novanta della narrativa nostrana: Diego De Silva, di cui Einaudi pubblicherà «Mia suocera beve», il visionario Antonio Moresco, in questi giorni in libreria con «Gli incendiati» (Mondadori), e Mauro Covacich, che dopo anni di silenzio letterario è tornato con «L'umiliazione delle stelle».

L'opera, una video-installazione realizzata per la Fondazione Claudio Buziol di Venezia in collaborazione con Einaudi e Magazzino d'arte moderna di Roma, sta facendo discutere pubblico e critica per l'originale commistione tra letteratura (il protagonista della performance evoca quello dei romanzi di Covacich, un maratoneta prestato all'arte) e arte contemporanea.

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