Scrittori incazzati (e in rivolta) su «Facebook»

Abbiamo le prove: gli scrittori italiani, almeno quelli più di grido che da urlo, non hanno il senso dell’umorismo. Dopo l’articolo da noi pubblicato sul Giornale il 9 ottobre «Facebook: dove gli scrittori perdono la faccia», le reazioni sono state le più (s)composte. Abbiamo scritto di vizi e virtù dell’universo virtuale di questi acrobati del presenzialismo e cosa succede? Scompaiono. Roberto Cotroneo, dopo aver trascorso tutta l’estate su Facebook a pubblicizzare il suo nuovo romanzo è scomparso. Il suo profilo non esiste più. Stessa sorte per Niccolò Ammaniti: improvvisamente il suo profilo è svanito nel nulla ed ora c’è solo il suo fan club. Molti gli scrittori Facebook, il posto più «in» dove mettere il viso, non hanno gradito il tam tam partito da queste pagine: ne hanno parlato radio e tv, Mario Baudino ne ha scritto su La Stampa con il titolo perentorio «Il grande massacro degli scrittori italiani», mentre Dagospia ha strillato in prima pagina (un milione di lettori), «Il Giornale denuncia le “Marchette letterarie de noartri”». Insomma gli scrittori di Facebook non sono «anime morte», come in molti casi abbiamo sospettati, ma animi suscettibili.
Aldo Nove ci tiene a specificare che scrivendo il mio articolo sono stato «un pirla». Per poi ritrattare affermando che intendeva fare un parallelismo tra chi scrive per Il Giornale e «Il pirla» di Eugenio Montale. Meno aulica Melissa P.: l’autrice di Cento colpi di spazzola, irritata dalla nostra citazione, tiene a precisare di non essere una scrittrice ma «una casalinga affezionata alle parole che ha venduto milioni di libri. Io sono impegnata a mettere il pollo in forno, a spazzare i pavimenti, e quindi al massimo scrivo qualche libercolo che varie milioni di persone comprano, varie migliaia apprezzano, proprio perché sono una casalinga scrittrice e non una intellettuale come te che si scorda che nella vita ci sono cose più importanti che parlare di letteratura». Ce la immaginiamo la scrittrice, sposata con il figlio dell’editore Elido Fazi, a fare il bucato tutta trafelata. Che i suoi libri li scriva una delle filippine di casa Fazi? Un tempo si diceva «negri» ma coi tempi che corrono meglio credere ai cento colpi di centrifuga.
Ma i più piccati sono gli scrittori di cui nell’articolo non si parla. E da giorni sui blog letterari è un fiorire di discorsi sui media e internet: tutto pur di ottenere la visibilità che i loro volti non hanno ottenuto. Un famoso editore in una mail personale precisa: «Ma io non lo sapevo, credevo di poter scrivere quello che volevo, di essere come quando si parla a casa tra amici». Certo una casa un po’ grandina dato che gli utenti facebook nel mondo sono 100 milioni. Che ci pensi poi Melissa P. a fare le pulizie per tutti?
L’ultima arrivata è Isabella Santacroce: una combinazione di tempistica mediatica? La regina della comunicazione letteraria, due anni fa in occasione del suo ultimo libro mise all’asta in internet il suo ruolo di mistress per incontri reali e a pagamento. Non sappiamo se le frustate della Santacroce siano andate a buon fine, quello che è certo è che continua a punirci annunciando a breve un nuovo romanzo. Qualche anticipazione, sempre in versione sadomaso, proprio sul suo nuovo profilo facebook...

L’editore Alberto Castelvecchi, il vero eroino di Facebook, pone un interrogativo interessante: «Ieri cercavo di spiegare in un seminario che la comunicazione senza il corpo è quasi peggio del corpo senza comunicazione, chissà se hanno capito...». A oggi nessuno ha risposto, ma nei messaggi privati tutti tremano: e se Marzullo adottasse l’interrogativo di Castelvecchi per una delle sue domande «Sottovoce»?

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