Economia

Via allo scudo fiscale: il rientro dei capitali diventa salva-imprese

Il Senato ha ampliato i termini del provvedimento facendovi rientrare anche le società. E gli eredi Agnelli potrebbero evitare le maxisanzioni ipotizzate grazie al paravento di qualche persona giuridica off shore

Via allo scudo fiscale: 
il rientro dei capitali 
diventa salva-imprese

Roma - Lo capisce anche un bambino che questa storia dello scudo fiscaleèunpasticciochegronda ipocrisie da tutte le parti. La questione per il governo è semplice, quanto vecchia: l’esecutivohafamedi quattrini. Siamo in crisi, le imposte naturalmente non sono un’abbondante messe. Sull’evasione fiscale si prova a are il possibile: anche più del possibile come spesso denunciamo da queste colonne. Al Tesoro, per quadrare i conti, ci sono due strade: o aumentare le imposte,o fare cassa maledetta e subito. E dunque varare lo scudo fiscale, un modo come un altro per fare pagare qualcosina agli evasori. Certo una strada alternativa ci sarebbe: tagliare la spesa pubblica, che ogni anno divora quasi 800 miliardi di euro. Ma è necessario fare presto: si devono pagare gli stipendi, finanziare la cassa integrazione, e far fronte alle mancate entrate che la crisi economica comporta. Chi contesta lo scudo si faccia avanti: aumentiamo le tasse? riduciamolacassaintegrazione? azzeriamo gli aumenti di stipendio per gli statali?

Lo scudo fiscale, dicevamo, è un pasticcio. Più esso è rigoroso nei suoi termini, e meno sollievo dà alle casse dello Stato. Anzi diciamola tutta: il governo rischia di prendersi l’onere di varare una manovra non certo popolare, senza portare a casa il becco di un quattrino. Una scemata. Per quello ieri in Parlamento hanno allargato le maglie dei reati «scudabili» e, soprattutto, permesso anche alle società di regolarizzarsi. Se la droga dei condoni si deve proprio mettere nel corpaccione molle dell’economia italiana, non si capisce per quale motivo la sua dose debba essere omeopatica. Roba da non far eccitare neanche un sobrio salutista. Insomma, dalle parti del governo non ce ne vorranno, la dose di scudo fiscale decisa ieri al Senato è forte, ma è la dose giusta. È la quantità che permette di portarsi a casa i tre miliardi sperati. Occorre però, nei limiti del politicamente accettabile, raccontare le cose come stanno.

Primo. Lo scudo fiscale è uncondono. Non raccontiamoci balle. Come si chiama una tassazione del 5 percento su patrimoni e redditi costituiti, senza dichiararli, all’estero? In un Paese in cui un collaboratore a progetto non paga meno del 30 per cento tra imposte e contributi e un pensionato vede i suoi Bot falcidiati del 12,5 per cento? Certo si può dire che mezzo mondo lo sta facendo. Si può sussurrare che in realtà è più una sanatoria che un condono. Si può dire ciò che si vuole, ma nonche non sia un bel regalo ai furbacchioni.

Secondo. Lo scudo per avere un minimo di appeal doveva riguardare non solo le persone fisiche, i cummenda della Brianza o del Salento, maanche i tesoretti delle società estere. Altrimenti di regolarizzazioni se ne vedevano poche. Ieri il governo con un emendamento ha dunque esteso lo scudo anche alle società residenti nei paradisi fiscali. Bene, per le casse dello Stato. Maattenzione ai danni collaterali. Facciamo un esempio elementare. Tutta l’estate si è parlato della presunta maxievasione degli eredi Agnelli: una robetta da 2 miliardi di euro. Secondo la norma approvata dal Parlamento le due signore Agnelli e i loro consulenti (Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens) essendo stati oggetto di attenzione fiscale non potranno beneficiare dello scudo e dunque della regolarizzazione al 5 percento. La regola d’oro resta: se l’Agenzia delle Entrate bussa alla porta, anche con un semplice questionario, lo scudo non si può fare. Ma se domani la società delle British Virgin Islandso di Madeira, non ancora oggetto delle attenzioni dell’Agenzia, anche se riconducibile agli Agnelli, dovesse «scudarsi» potrebbefarlo? La contraddizione, sulla quale si stanno interrogando i fiscalisti di mezza Italia, è dunque semplice: gli Agnelli, o chi per loro, sono fritti come persone fisiche, ma potrebbero godere dello scudo in quanto azionisti di società fantasma. Per farlabreve: dall’ingresso dello scudo c’è da immaginare che possano entrare molti evasori indesiderati.

Terzo. Il falso in bilancio doveva essere morto con le riforme liberticide di Silvio Berlusconi, eppure è sempre presente. Ma questo è un altro discorso. Ciò che rileva ai nostri fini è che il nuovo scudo, come modificato ieri, ha allargato i reati, diciamo così, condonabili. Nonsi faccia finta di nulla. Il governo affronti laquestioneseriamente. Come diavolo pensate che siano state costituite le provviste di quattrini italiani fuori dai nostri confini? Con un volo dell’ape maia?È chiaro che se lo scudo non coprisse questo genere di reati, sarebbe diventato uno scudo di paglia.

Ecco perché il governo ha dovuto comprendere l’esenzione da questi reati, per sperare di avere successo.

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