La scuola araba apre senza permesso

Alcune famiglie hanno ritirato i ragazzi già iscritti alle statali per portarli a lezione in via Ventura. Il Provveditorato: «È fuorilegge»

da Milano
Apre tra le polemiche la scuola araba in via Ventura, periferia est di Milano, vicino alla stazione di Lambrate. Un centinaio di alunni ieri è entrato per la prima volta nelle classi elementari e medie all’istituto italo-egiziano promosso da un’associazione culturale. Che ancora non ha ricevuto l’autorizzazione del ministero dell’Istruzione.
Questo, ha spiegato in serata l’ufficio scolastico regionale, significa che la scuola è fuori legge: «L’avvio delle attività, senza autorizzazione, di una scuola straniera con rapporti con autorità consolari straniere, al di fuori di accordi intergovernativi, è in aperto contrasto con la normativa vigente», recita il comunicato ufficiale. Da qui le proteste dell’assessore cittadino all’Educazione, Mariolina Moioli: «È stata una forzatura, non si può aprire una scuola saltando i passaggi necessari». Lidia Acerboni, direttrice dell’istituto contestato, si difende ricordando che tutti i controlli sulla sicurezza dell’edificio sono stati superati, così com’è stata inviata la richiesta alle autorità scolastiche regionali.
È qui che la «pratica» si è bloccata. La domanda di autorizzazione per scuola straniera - ricostruisce il Provveditorato lombardo - è stata presentata il 4 maggio e ha avuto risposta negativa fin dal 16 giugno. «La successiva documentazione pervenuta è stata tardiva e non sufficiente per superare il diniego già espresso».
All’istituto di via Ventura si tengono lezioni in arabo e in italiano, docenti e maestri provengono dai due Paesi, come misti sono i programmi. A Milano, un anno fa, il Comune aveva chiuso un’altra scuola araba, nata attorno al centro islamico di via Quaranta. Per anni centinaia di ragazzi avevano studiato nelle classi dell’istituto, venuto alle luce e poi dichiarato illegale dalle autorità. Da allora si è cercato di convincere le famiglie - in maggioranza egiziane - a iscrivere i figli nelle scuole pubbliche. «Vogliamo che i nostri bambini imparino l’arabo e la cultura egiziana», sostenevano i più ostili all’intregrazione. Per questo, nelle scuole che hanno accolto gli alunni di via Quaranta sono stati organizzati corsi di arabo. Ma non è bastato.
Alcuni genitori ora li hanno ritirati dalle classi pubbliche e sono pronti a trasferirli in via Ventura, dove il numero di alunni potrebbe aumentare nelle prossime settimane. Sempre che l'iniziativa non sia stoppata da Roma. «È indispensabile che i ministeri competenti (all'Istruzione d'intesa con quello agli Affari Esteri) assumano una decisione definitiva riguardo all'istituzione di questa scuola», insiste l’assessore milanese.
Nel frattempo, monta la protesta. La Lega Nord oggi sarà davanti alla scuola per un presidio di protesta. «Se davvero le lezioni sono iniziate senza le autorizzazioni, si è trattato di un atteggiamento gravissimo: la scuola andrebbe chiusa e, considerata l'arroganza dei protagonisti, mai più riaperta», tuona Matteo Salvini. Critici anche An e Forza Italia, i Ds si appellano alle famiglie «perché iscrivano i figli alle scuole statali».

«La legge italiana chiede e prevede una serie di garanzie, in particolare per il coordinamento didattico, i docenti e i rapporti di lavoro - conclude l’assessore Moioli -. La superficialità con la quale si sono “bypassati” tali vincoli non sembra deporre a favore di questa struttura. Ci auguriamo venga fatta chiarezza presto».

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