Scuola e formazione Sinistra senza un’idea vota contro se stessa

Almeno Armando Ezio Capurro, il consigliere ex burlandiano ora all’Udc, l’ha buttata in ridere: «Voterò contro l’ordine del giorno che vuole evitare che i seggi elettorali siano allestiti nelle scuole. Voto contro per i poveri studenti, che non aspettano altro che farsi qualche giorno di festa»! È stato l’unico della maggioranza a salvarsi con l’ironia. Il resto, un naufragio. In una giornata in cui passano all’unanimità i piani sulla scuola e sull’università, il centrosinistra si sbriciola persino sui dettagli.
Basta un ordine del giorno del biasottiano Lorenzo Pellerano ad aprire le prime crepe. Il testo è semplicissimo e dedicato all’attribuzione delle borse di studio. Visto che, oltre ad avere un reddito basso, è necessario essere studenti in corso per ottenere il contributo, Pellerano osserva che esistono enormi differenze di assegnazione di borse di studio tra una facoltà e l’altra. Probabilmente perché in alcune facoltà è meno difficile, per l’organizzazione dei corsi, restare a pari con gli esami. Così l’ordine del giorno chiede alla Regione di «attivarsi presso Arssu (l’ente erogatore delle borse di studio) affinché vengano predisposti nuovi criteri nell’attribuzione, tali da garantire maggiore omogeneità nella distribuzione tra le diverse facoltà». L’ordine del giorno è controfirmato da tutti i partiti del consiglio, lo sottoscrivono i capigruppo. Sembra destinato a una facile approvazione perché piace anche ai consiglieri di centrosinistra. Ma prende la parola l’assessore Pippo Rossetti e dice che la giunta non è d’accordo. Nel merito. Perché se tutti i poveri fossero in una facoltà, non sarebbe giusto non poterli premiare tutti con borse di studio.
I consiglieri che prima avevano firmato l’ordine del giorno riprendono la parola e dicono che no, loro non sono d’accordo, che ha ragione l’assessore. Obbediscono all’ordine di scuderia smentendo loro stessi. Ma non è finita, perché poi l’assessore Rossetti parlotta un po’ con Pellerano, spiega che in realtà è il ministero che dovrebbe intervenire e che quindi anziché «attivarsi presso l’Arssu» bisognerebbe scrivere «attivarsi presso tutte le sedi competenti». Pellerano accetta. Il concetto non cambia minimamente, ma l’assessore stavolta ha detto sì. E anche la libera idea dei consiglieri di maggioranza cambia magicamente. Il concetto non è più sbagliato.
Poco dopo è il momento dell’ordine del giorno (sempre di Pellerano) sulla possibilità di allestire i seggi elettorali in luoghi diversi dalle scuole per non interrompere sempre le lezioni. Si dissociano Sinistra ecologia e Libertà che la butta sull’election day, Capurro che tifa per far marinare più lezioni possibili.

Poi si vota e il centrosinistra si sbriciola: 27 votanti, 14 favorevoli, 13 contrari, 1 astenuto (il capo del Pd, Lorenzo Basso, che non riesce a scegliere), tra gli assenti persino il preside Nicolò Scialfa. Insomma, l’ordine del giorno passa. La maggioranza sbanda. E subito dopo è costretta a chiedere la sospensione del consiglio perché con l’estrema sinistra salta ogni accordo. Sulla scuola ognuno va per conto suo.

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