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Scuola, Gelmini: "In 7 anni smaltiremo i precari"

Col nuovo regolamento sulla formazione iniziale il governo si è posto l'obiettivo di smaltire entro sette anni i circa 220mila precari della scuola che da anni attendono di iniziare ad insegnare. La Gelmini: "Non vogliamo assumerci la responsabilità di altri precari". Cisl: "Saranno assorbiti nel 2022"

Scuola, Gelmini: "In 7 anni smaltiremo i precari"

Roma - "Ci vorranno 6 o 7 anni" per smaltire i circa 220mila precari della scuola (abilitati e in graduatoria) che da anni attendono di iniziare ad insegnare. Presentando a Palazzo Chigi le "nuove regole" per diventare docente, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, assicura che ci sarà la ragionevole certezza di assorbire i precari, anche grazie ai nuovi pensionamenti: "E' un problema di disoccupazione gravissimo, una vera piaga sociale molto dolorosa, ereditata dal passato, per la quale in un momento di crisi economica è difficile se non impossibile dare risposta".

La lotta al precariato Col nuovo regolamento sulla formazione iniziale il governo ha un solo un obiettivo: evitare l’insorgere di nuovo precariato. "Abbiamo bloccato le Sis perché non soddisfacevano i bisogni effettivi della scuola - spiega il ministro dell'Istruzione - ai siamo posti l’obiettivo di non precarizzare ulteriormente la situazione dei giovani. Se abbiamo dato risposte col decreto salvaprecari, per quello esistente, non vogliamo assumerci la responsabilità di altro precariato". La Gelmini ricorda, poi, che "il governo sta mettendo in campo una serie di iniziative che sono parziali ma sono il massimo che si può fare in questo momento".

Il riassorbimento del precariato I precari nelle graduatorie ad esaurimento sono 220mila, ai quali andrebbero però aggiunti quelli presenti nelle graduatorie dei singoli istituti. "Con riferimento alla responsabilità di questo governo, voglio ricordare che nel 2009 il taglio effettivo è stato di 12mila posti - continua la Gelmini - quest’anno il taglio è di 25mila posti, di cui 23mila pensionamenti. Stiamo siglando oltre al decreto salva-precari anche accordi con singole regioni". "I posti vacanti sono pari a 20mila", afferma il ministro dell'Istruzione spiegando che "per 200mila persone il posto di lavoro non ci sarebbe". "Si tratta di un problema di disoccupazione pesantissima, per il quale riteniamo di aver dato alcune risposte, ma certo risulta una piaga sociale che ereditiamo e rispetto alla quale in un momento di crisi economica è difficile se non impossibile dare risposte - conclude il ministro - occorre valutare tutte le strade possibili per alleviare la situazione del precariato".

La Cisl smentisce i dati Non ci vorranno 6 o 7 anni ma probabilmente il doppio: l’ultimo precario potrebbe arrivare ad insegnare nel 2022, se non più tardi. A sostenerlo, citando stime del ministero dell’Istruzione, è la Cisl scuola, che in dossier sui precari spiega che "i tempi di attesa per un ingresso stabile nel lavoro dei 230mila docenti abilitati sono nella maggior parte dei casi lunghi o lunghissimi: le stime del Miur ci dicono che nel 2016 resterà ancora un 40% di graduatorie affollate o molto affollate, cioè che richiedono 6 o più anni per svuotarsi". Secondo le stime della Cisl "i docenti precari rappresentano, nella scuola, circa il 15% della forza lavoro impiegata. I numeri di chi aspira ad un impiego stabile nell’insegnamento sono sicuramente 'grandi numeri': 230mila aspiranti docenti già abilitati; 300mila non abilitati".

Il tutto "per un organico che è sceso, con gli ultimi tagli, sotto le 800mila unità e che presenterebbe una disponibilità teorica per assunzioni in ruolo di circa 30mila posti".

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