La scuola italiana è sempre più poliglotta. Il 50% delle scuole insegna tre o più lingue e il 67% ha aderito a un progetto internazionale, ma per molti istituti il problema a partecipare a programmi verso l'estero resta quello dei finanziamenti. È il quadro che emerge da una ricerca realizzata da Ipsos per conto della Fondazione Intercultura e in collaborazione con Fondazione Telecom Italia riguardo all'internazionalizzazione delle scuole superiori.
Il campione preso in esame è di 494 istituti di cinque regioni italiane (Lombardia, Toscana, Marche, Puglia, Molise). In concreto: il 67% delle scuole ha partecipato a un progetto internazionale (dai gemellaggi via pc ai brevi soggiorni all'estero); la metà (50%) applica l'insegnamento di almeno tre lingue straniere e un quarto (23%) sta sperimentando il Clil, ovvero la docenza di una o più materie in una lingua diversa dall'italiano, il 42% ha realizzato nell'anno scolastico 2009-10 almeno uno scambio di classe con una scuola all'estero, il 27%, infine, conta almeno un alunno che si è recato per studio in un altro Paese per un periodo compreso tra i 3 mesi e l'anno intero.
Per il 31% delle scuole, emerge ancora dall'indagine dell'Ipsos, la partecipazione a un progetto internazionale non è costato nulla grazie ai finanziamenti pubblici e privati, ma sviluppare progetti internazionali può rappresentare un costo elevato: il 27% dei presidi intervistati dichiara di avere stanziato oltre I diecimila euro. I motivi che hanno spinto 162 scuole a non aderire più ai progetti internazionali sono dovuti principalmente all'impossibilità di ottenere finanziamenti (38%) e alla scarsa adesione da parte degli insegnanti (35%). «A queste scuole, in futuro - ha dichiarato il segretario generale della Fondazione Intercultura Roberto Ruffino - l'Osservatorio spera di poter dare una mano sempre più concreta, anche se non può arrivare a sostituirsi al ruolo di Presidi e insegnanti». Fenomeni che vedono un margine di sviluppo sono, in particolare, il Clil, l'insegnamento in lingue straniere di una materia non linguistica, che è già una realtà nel 23% delle scuole consultate e comporta anche una preparazione dei docenti; e il soggiorno all'estero di studenti per frequentare la scuola per un periodo che può variare dai tre mesi all'anno intero. «Un esempio virtuoso, che premia le eccellenze della scuola, non necessariamente i primi della classe, ma quei ragazzi che sono pronti ad uscire di casa nonostante la giovane età (di norma hanno tra i 16 e i 18 anni) - spiega la Fondazione Intercultura -. Una tendenza che, a livello nazionale, rimane ancora di nicchia (solo il 22% degli istituti ha avuti uno o due studenti che vi hanno aderito), ma in leggero aumento.
La scuola lombarda sempre più poliglotta
Secondo la ricerca realizzata da Ipsos per conto della Fondazione Intercultura sull'internazionalizzazione delle scuole superiori il 50% delle scuole insegna tre o più lingue e il 67% ha aderito a un progetto internazionale
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