Da scuola si chiamerà a spese dei genitori

Cinghia da stringere per l’istruzione. Tempi di magra e per fare fronte ai tagli disposti dalle istituzioni bisogna ingegnarsi in qualche modo. Dalla direzione didattica delle scuole elementari di San Martino hanno deciso: se austerity deve essere che parta dalle spese telefoniche. E siccome le telefonate sono spesso fatte per rintracciare i genitori, meglio chiedere alle famiglie un sostegno economico. L’idea potrebbe concretizzarsi con l’avvio del prossimo anno scolastico se l’entità dei finanziamenti statali dovesse essere minore rispetto all’anno scorso, un taglio definito inevitabile da chi lavora alla direzione didattica di San Martino. «Saremo irresponsabili se pensassimo che le risorse di questi tempi ci fossero incrementate o rimanessero invariate - ammette Marco Samarelli, segretario della scuola -. È crisi per tutti e inevitabilmente ne risentiremo anche noi. È inutile lamentarsi dei tagli, dobbiamo accettare le cose e trovare soluzioni per far andare avanti la struttura nel migliore dei modi».
Basta quindi al telefono fisso. Rimarrà una sola linea ma per sole chiamate di emergenza, per tutto il resto ci saranno dei telefoni cellulari per ogni classe o gruppo di classi dotate di sim card che verranno ricaricate dai genitori. «Non è ancora nulla di definito - dice Samarelli - ma stiamo pensando ad un risparmio in questo senso per contenere le spese di funzionamento». Le spese di funzionamento sono un capitolo di spesa che comprende non solo le bollette telefoniche ma anche pulizie, carta igienica, gestione delle fotocopiatrici e su cui è disposto un contributo da parte del Comune di Genova, «finanziamento annuale che però ogni dodici mesi è sempre più sottile ed inferiore a quella che è la nostra effettiva spesa» precisano dalla segreteria della scuola. Così via al taglio delle chiamate a partire dal prossimo settembre. Sempre se sarà necessario perché da San Martino sperano ancora che il ministero dell’Istruzione riesca a metterci una pezza: «Dal provveditorato ci è stato comunicato che il governo non può ancora garantire nulla sui fondi per il prossimo anno - continua Marco Samarelli -. Noi preferiamo non stare in attesa ma cominciare a ragionare su come far quadrare i conti, per poi non dover piangere in futuro. Con la Consip negli ultimi anni avevamo strappato dei buoni contratti per le spese del telefono ma ci rendiamo comunque conto che sia uno sgravio importante per noi senza andare ad incidere particolarmente sulle famiglie.

Spesso dobbiamo raggiungere i genitori per problemi che riguardano ritardi loro nel venire a prendere i figli a scuola o per accertarci di situazioni di cui anche potremo fare meno. Ma abbiamo un metodo di lavoro scrupoloso e non vorremmo venirne meno».

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