Dopo lo sdegno ecco le critiche a Palazzo Chigi

da Milano

Dal coro di sdegno per la «gogna mediatica» riservata dal Giornale a una vittima dei paparazzi, alle raffinate disamine sulle dimissioni ormai dovute, sulla credibilità compromessa del portavoce unico del governo. Nel giro di una settimana, svelati i contorni di una vicenda con ancora molte ombre da chiarire, la stampa gira il timone e - pubblicando le foto dello scandalo, Corriere incluso - si interroga sul senso di quanto accaduto, sposando in toto i dubbi espressi dal Giornale fin dal primo giorno. Mentre su internet il sito ilGiulivo.com raccoglie firme di solidarietà a questo giornale e al direttore Maurizio Belpietro. Il Riformista di Paolo Franchi cerca di rispondere ad alcune domande sul caso Sircana. Il commento sottolinea inquietanti coincidenze (le spie di Telecom, la resa di conti fra Tronchetti Provera e Palazzo Chigi) in questo pasticcio di foto clandestine e stupide notti di mezza estate. Un affare che, nonostante la determinazione del premier nel difendere il suo storico braccio destro, la fiducia che Sircana racconta di aver ricevuto dai colleghi, la lettera alla Stampa con cui cerca di mettere fine a tutto, resta - scrive il quotidiano arancione - «ben più grande di quattro scatti rubati in un viale romano». Se c’è stata una barriera protettiva attorno a Sircana, se c’è stato un intervento della Rcs per togliere dal mercato quel servizio imbarazzante per Palazzo Chigi, questa alla fine «si è rivelata un boomerang, ora che foto e nome sono usciti». E ora, scrive il Riformista, lo staff di Prodi «rilegge con malizioso senno di poi la linea del Corriere che allo scoppio dello scandalo ha reagito dando credito alle maldestre dichiarazioni del fotografo Max Scarfone».
Il quotidiano Italia Oggi apre con un titolo sulla «casta di intoccabili, leggi e diktat per tutelare i politici». Secondo il direttore Franco Bechis la vicenda del portavoce del premier «è la punta dell’iceberg di un sistema illegittimo e prepotente. È specchio di un’Italia divisa a caste, dove qualunque cosa può accadere alla gente comune e nulla può sfiorare gli intoccabili». L’editoriale ricorda il caso Sottile, molto simile e molto diverso da quello Sircana. «Siccome Sottile stava all’opposizione, niente decreto: bastò un ddl. Rimasto nelle cantine parlamentari. Rispolverato però urgentemente in queste ore, grazie al caso Sircana». «È giunto il momento di varare una sola legge - conclude -. I politici non debbono avere diritto di privacy. Nessun diritto. Mai».
Le prime dieci righe in cui Giancarlo Mazzucca sul Quotidiano Nazionale ricorda l’amicizia con Sircana, la solidarietà per il momento difficile, non bastano a stemperare la durezza delle conclusioni. Il portavoce esce malconcio da questa storia e, secondo il direttore, dovrebbe seguire l’esempio di Angelo Rovati «che si dimise quasi subito». Mazzucca mette poi in fila le tappe di una campagna che ha visto il Giornale subire attacchi da più parti. «Non mi sono piaciuti i tentativi di fare intendere che le foto fossero inventate.

Non mi è piaciuto il tentativo di far passare la vicenda come semplice spazzatura giornalistica e i giornali come spargitori di veleni. Non mi è piaciuto infine che lui venga a farci la morale invitando ad aprire un dibattito sull’etica dell’informazione».

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