Se gli accademici stanno coi no global

Se gli accademici stanno coi no global

(...) Terra di Nessuno e Zapata ottengono pieno riconoscimento legale, una sede legalizzata per ciascuno, oltre alla regolarizzazione delle loro attività. Con il plauso delle istituzioni e la benedizione del religioso. Non solo, nel pomeriggio anche l’Idv magnifica l’operato di Tursi: «Genova così diventerà più moderna». A rompere l’idillio, arriva un’interpellanza di Stefano Balleari (Pdl) in cui chiede al sindaco quali siano state le procedure per l’assegnazione degli edifici. In breve, solo per rinfrescare la memoria: il Buridda va al Mercato del Pesce, lo Zapata resterà ai Magazzini del Sale finché il Comune non acquisirà dal Demanio i locali e a quel punto potrà fare un regolare contratto di locazione. Il Pinelli ha traslocato al di là del Bisagno in un altro spazio del Comune e per il Terra di Nessuno si sta cercando una piattaforma al Lagaccio di uguali dimensioni.
«Si tratta di una svolta per Genova. Il Comune che ha nel suo dna l’inclusività e la non discriminazione ha avviato un percorso per dare piena legittimità e rappresentanza a questi luoghi - dice trionfante l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri, firmatario insieme al collega alle politiche della casa, Bruno Pastorino dell’accordo -. È un’operazione di messa in trasparenza che valorizza l’autogestione. La protesta è una forma di partecipazione di cui la democrazia ha bisogno». Giusto, quindi in nome della trasparenza e della democrazia, anche i centri sociali pagheranno affitto, luce, gas e acqua? «Il canone avrà valori di mercato con l’abbattimento previsto per le associazioni che hanno un particolare valore sociale e culturale». Tradotto? «L’abbattimento è del 90%, loro pagano il 10%». Inciso: i contratti verranno stipulati con l’associazione di Don Gallo, quindi sarà questa in un primo momento a versare i soldi per i centri sociali. Altro inciso: tra i garanti, oltre al religioso, hanno messo la firma anche alcuni accademici dell’Università di Genova. Luisa Stagi, ricercatore a Scienze della Formazione, Giuliano Carlini, docente a Scienze politiche e sociali, Luca Queirolo Palmas, ricercatore a Scienze della formazione e Silvia Bevilacqua, insegnante e formatrice alla San Benedetto al Porto.
Ma andiamo avanti. Pastorino: «Quello di oggi è un atto importante perché riconosce il ruolo dei centri sociali per la promozione della città». Ranieri: «Trovo stravagante che esploda l’indignazione nel momento in cui si regolarizzano i centri sociali». E i disagi dei cittadini che da sempre soffrono di una vicinanza forzata con queste realtà e con tutto quello che comportano, cosa diranno ora? «Dicono menomale, ecco cosa dicono. Miglioreranno anche le condizioni di dialogo con la cittadinanza. Sarà responsabilità nostra insonorizzare gli ambienti per il rumore e anche dei centri sociali», ribatte a muso duro Ranieri che rimarca come la vendita dell’edificio di via Bertini dove ora c’è il Buridda aiuterà il Comune a far cassa. Più di così. La sala è piena di giovani dei centri sociali, e di giornalisti. Don Gallo è lì che si ascolta tutti gli interventi dei suoi ragazzi.

È un giorno di gioia, dice, si sente felice come un bambino. Una festa dell’autogestione. «I giovani sono scoraggiati e inattivi a cercare lavoro - incalza -, il centro sociale vuol dire vita. Finché ci saranno i centri sociali, c’è democrazia». Amen.

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