Se la giustizia fa politica non fa giustizia

Il professor Ernesto Galli della Loggia, ieri, col suo editoriale ha illuminato il Corriere della Sera e, ci auguriamo, i suoi lettori. Titolo del pezzo: «Se il Paese finisce in un vicolo cieco». In effetti siamo alla paralisi, e questo nel nostro piccolo lo abbiamo scritto più volte anche noi col risultato apprezzabile di renderci antipatici.
Ciò che impressiona nell’analisi di Galli della Loggia è la freddezza e la lucidità. Ne propongo un passo decisivo. «Attenzione: non sto accusando la magistratura di essere “politicizzata”.

Sto dicendo un’altra cosa: poiché il semplice fatto che il presidente del Consiglio sia raggiunto da un avviso di garanzia, inquisito o addirittura portato in giudizio, poiché questo semplice fatto possiede un’indubbia e drammatica valenza politica, e poiché negli ultimi quindici anni è capitato che chi ha il potere di porre in essere un tale fatto, cioè la magistratura, lo ha posto in essere in un modo o in un altro oltre un centinaio di volte, è difficile negare, di conseguenza, che nell’Italia di oggi essa abbia pieno titolo ad essere considerata alla stregua di un attore politico vero e proprio» (...).

(Potete leggere l'editoriale del direttore Vittorio Feltri sul Giornale in edicola)

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