Se lavessero saputo prima probabilmente si sarebbero risparmiati limmane fatica: perché rubare il quadro Olympia di Magritte dalla casa-museo del pittore belga, e per di più in pieno giorno, non deve essere stato facile come bere un bicchier dacqua.
Il problema è che dopo tutti gli sforzi per portarsi a casa il quadro i due ladri non sono riusciti in nessun modo a piazzarlo sul mercato nero. Probabilmente nellorganizzare il piano sono stati un po avventati: non avevano infatti fatto i conti con la notorietà del dipinto, troppo famoso per essere venduto senza creare grane allacquirente. Tenta e ritenta devono essersi scoraggiati. Fino a quando non sono stati assaliti da un terribile dubbio: sarebbero mai riusciti a sbarazzarsi dellopera trovando un compratore?
Alla fine devono aver pensato di no, e hanno optato per una scelta imprevedibile ma tutto sommato di buon senso: presi dalla disperazione non sapendo cosa bene cosa fare del bottino, hanno deciso di mandarlo all'esperto d'arte Janpiet Callens. Non si sa cosa abbia pensato Callens dellinsolito dono che gli è stato recapitato, ma l'ha prontamente consegnato alle forze dell'ordine. Probabile che i due ladri pasticcioni non fossero pienamente consapevoli della popolarità dellopera. Il dipinto rappresenta un nudo femminile, e la modella che ha posato è la moglie di Magritte, Georgette, immortalata semidistesa su un prato con il mare sullo sfondo mentre tiene in grembo una grande conchiglia.
Il quadro non è solo popolare in sè, ma trae ispirazione da unaltra opera assai conosciuta e amata: quella omonima dipinta nel 1863 dal pittore francese Edouard Manet.
Adesso il dipinto rubato oltre due anni fa tornerà a ad essere esposto in pubblico. I ladri invece restano uccel di bosco.
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