Se l’amministrazione pubblica mette in fuga le imprese private

Se l’amministrazione pubblica mette in fuga le imprese private

Loro sono una delle realtà più grosse nel settore delle costruzioni a Genova e non solo. Quindici società con 500 dipendenti, la direzione nel capoluogo ligure, una sede operativa a Trieste e gli uffici a Roma, oltre alla presenza sul mercato estero. Al 30 aprile 2011, la Carena spa costruzioni aveva un portafoglio lavori che superava i 550 milioni di euro per i prossimi 4/5 anni, solo negli ultimi due mesi (aprile e maggio) hanno avuto commissioni per lavori infrastrutturali sulle autostrade Salerno-Reggio Calabria, sulla superstrada della Valfabbrica, su una nuova autostrada in Romania, sul nodo ferroviario di Genova. E poi appalti per lavori edili pubblici e privati.
Eppure proprio sul territorio d’origine, quello ligure, ci sono le maggiori difficoltà. «Per quanto riguarda le iniziative in via di sviluppo a Genova - spiega il presidente e ad dell’impresa Francesco Perri - rilevo con rammarico le difficoltà che tutte le imprese incontrano nel rapporto con la pubblica amministrazione, difficoltà che spesso portano a ritardi che pregiudicano l’inizio dei lavori, costringendo le imprese a sopportare oneri e costi elevatissimi, oggetto di apertura di contenziosi estenuanti con l’amministrazione». Tra gli esempi che l’ad cita a dimostrazione di una macchina burocratica che troppo spesso si inceppa, ci sono i casi del nuovo Ponte Parodi e dell’ex mercato ortofrutticolo di corso Sardegna. Ancora peggio è andato con il Silos Hennebique, dove, dopo un bando pubblico del 2004 al quale Carena ha partecipato e si è piazzata come la miglior offerente, è stata annullata la procedura perché si è cambiata idea.
«Risultato è ancora tutto fermo e decadente! Per non parlare dell’occupazione mancata e della consistente perdita da parte delle pubbliche amministrazioni delle somme derivanti dagli oneri di costruzioni che i realizzatori dovrebbero versare per le concessioni (qualche milione di euro all’anno)».
Negli ultimi dieci anni Carena ha sviluppato due nuovi settori della costruzioni: l’immobiliare e il project financing. Al momento le acquisizioni di nuove iniziative immobiliari è stata rallentata per colpa della recessione economica. Ma nonostante il contraccolpo della crisi, dal settore e principalmente nel triveneto, la società prevede di ricavare 150 milioni di euro. Ma torniamo al caso Liguria.
«Nonostante molti esempi negativi che pregiudicano l’affidabilità e la certezza delle procedure amministrative utilizzate per le iniziative pubbliche e private, non ci scoraggiamo - continua Perri -.

Se i lavori al di fuori della nostra regione ci garantiranno, come avviene oggi, il sostentamento indipendentemente dagli appalti pubblici o iniziative private che si riuscissero a realizzare in Liguria, saremo pronti a riprovarci e ad investire sul nostro territorio anche se con qualche precauzione in più».

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