Se il Pd fa la faccia feroce sull’urbanistica il suo capolista Boeri firma accordi col Comune

Fiero avversario di Letizia Moratti, prima come aspirante sindaco, ora come capolista del Pd alle imminenti elezioni: ma la rivalità politica non ha impedito a Stefano Boeri - stavolta in veste di architetto - di trovare accordi con l’amministrazione guidata dalla Moratti su un progetto caro a entrambi. Nasce da una idea di Boeri il piano - steso materialmente da due architetti del suo studio - che attraverso la convenzione con il Comune di Milano punta a realizzare nella zona di via Parenzo, lungo il Naviglio Grande, un esperimento innovativo per la residenza di nuclei familiari a basso reddito. Si chiama «Casa Bosco» e prevede la costruzione di una serie di undici unità abitative così descritte dai loro creatori: «un nuovo tipo di edilizia sociale in affitto, a densità medio-bassa e tipologie di utenti miste, con interventi di sutura di piccole aree urbane e periurbane non utilizzate. La realizzazione dei moduli abitativi a basso costo e di rapida esecuzione, avverrà tramite elementi costruttivi prefabbricati, in materiale ligneo proveniente solo da foreste gestite in modo sostenibile».
Accanto, nell’ideare il progetto, Boeri ha avuto un altro fiero oppositore della giunta Moratti, Camillo Agnoletto. L’idea venne presentata alla Triennale lo scorso anno, poi - a differenza di molte belle idee che strada facendo si perdono per strada - si è invece concretizzata. Per questo, ovviamente, è stato necessario trovare un accordo con il Comune di Milano, che si è subito mostrato interessato: il mese scorso è stato firmato l’accordo tra Palazzo Marino e gli ideatori, e nei giorni scorsi è stato presentato ufficialmente il piano dell’opera: un’opera «fortemente sperimentale sia dal punto di vista architettonico, rispetto ai temi della modularità e flessibilità interna, sia dal punto di vista tecnico-costruttivo per l'utilizzo di sistemi costruttivi a secco e ulteriori accorgimenti che favoriscono il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale».
I piccoli appartamenti in legno verranno dati in affitto per trent’anni, con la possibilità di acquistarli dopo i primi otto anni, al prezzo massimo di duemila euro al metro quadro. Destinatari «single, giovani coppie, studenti lavoratori, anziani, fasce deboli della popolazione».

E potrebbe costituire il primo tassello di una serie di interventi dello stesso tipo, destinati ad occupare quelli che gli urbanisti chiamano «interstizi urbani», piccoli segmenti di città non appetibili per i grandi interventi. Il tutto grazie all’accordo tra il Comune ed il leader della principale lista di opposizione, e con buona pace dei «duri e puri» della sinistra che sostengono che «con il nemico non si tratta».

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