di Antonio Risolo
Passerà alla storia per l'innovazione e il design. Ma anche per i record. A cominciare dagli spazi - tutti occupati i 205mila metri quadrati a disposizione delle aziende - per finire all'affluenza di visitatori e operatori provenienti da tutto il mondo. Nel giorno della inaugurazione, infatti, gli organizzatori hanno registrato un aumento del 20% delle presenze nei padiglioni del polo espositivo di Milano-Rho.
Aveva previsto tutto il presidente di Assarredo e numero uno di Poliform, Giovanni Anzani, affermando alla vigilia: «Quest'anno siamo vestiti a festa».
E domani sera, quando sull'edizione numero 53 del Salone Internazionale del Mobile calerà il sipario, le 330mila presenze dello scorso anno saranno abbondantemente superate. Un segnale importante per il made in Italy e per l'Italia che lavora e che, nonostante tutto, cammina. E che ha tanta voglia di ricominciare a correre.
Curiosando tra i padiglioni di Milano-Rho ci siamo imbattuti in una galassia di realtà produttive medio-piccole ma al top dell'eccellenza. Ne abbiamo scelte appena cinque per evidenti esigenze di spazio.
ERNESTOMEDA
Marchio prestigioso del gruppo Scavolini, Ernestomeda è un'azienda leader nella fascia alta del mercato delle cucine di design. Tra le novità da segnalare la nuova cucina «Soul» e le recenti composizioni del prodotto di punta, cioè «Icon». Vale la pena ricordare anche la Ernestomeda Yacht Division, creata per lo studio e la progettazione degli ambienti da cucina per yacht e megayacht, oggi realizzati in collaborazione con i cantieri Custom Line, Crn e Pershing (marchi del gruppo Ferretti). Pezzi unici, frutto di ricerca, che fanno la differenza.
«Per noi - dice l'ad Alberto Scavolini - l'evento Eurocucine (biennale, ndr) nell'ambito del Salone del Mobile è un appuntamento molto importante, soprattutto in chiave di penetrazione di nuovi mercati. Ripeto, per noi è fondamentale perché qui arrivano operatori da tutto il mondo. Infatti abbiamo un export importante in Russia, negli Usa, nel Sudest asiatico e ci stiamo affacciando sui mercati africani, Ghana e Nigeria in particolare».
Con una quota export vicina al 25%, ma «destinata a crescere», aggiunge Scavolini, nei prossimi mesi Ernestomeda aprirà quattro nuovi show room a Singapore, Kuala Lumpur, Taipei e Hong Kong. Due gli obiettivi: crescita e internazionalizzazione.
«Tutti gli indicatori - conclude Alberto Scavolini - ci dicono che per la fine dell'anno possiamo incrementare discretamente il nostro volume d'affari, per ora consolidato a circa 20 milioni».
PORADA
In principio - siamo nel 1948 - la ragione sociale fu Luigi Allievi & Figli. Oggi, anzi dal 1968, si chiama Porada, dal nome della località in cui l'azienda ha il suo quartier generale. Nulla è cambiato, stessa proprietà, stessa famiglia, stessa mission: «Tutto nasce dall'amore per il legno. Il legno massello, lavorato con l'abilità artigianale di chi sa trasformare un tronco in una piccola opera d'arte», dice Alessandro Allievi con orgoglio.
La collezione Porada, ampia e variegata, è fatta di complementi d'arredo sviluppati con un'agguerrita squadra di architetti. Da notare che in azienda si affaccia già la quarta generazione.
«Credo - aggiunge Alessandro Allievi - che il Salone del Mobile rappresenti l'evento internazionale più importante per le aziende. Senza questo strumento forse molte aziende non sarebbero neppure sul mercato. È il momento in cui presentiamo la collezione 2014. Un punto d'incontro, soprattutto con i nostri clienti sparsi per il mondo. Tutti gli anni presentiamo l'evoluzione delle collezioni precedenti, ma sempre con la stessa filosofia: cura maniacale dei dettagli, lavorazione di legno massello, consolidamento internazionale del marchio Porada. Proprio per questo abbiamo iniziato una collaborazione con due architetti stranieri, un danese e un francese».
Con un giro d'affari che supera i 15 milioni di euro, e mercati importanti come Paesi arabi, Russia, Gran Bretagna e Giappone, Porada può considerarsi una nicchia d'eccellenza: «È una nostra scelta precisa, che risale alle prime avvisaglie della crisi. Certo - continua Alessandro Allievi - l'idea è di continuare a crescere, ma il nostro fatturato è consono alle nostre dimensioni».
Porada, infine, ha aperto un negozio monomarca a Londra e uno show room a Cabiate, una vetrina di oltre 1.000 metri quadrati.
SAMO INDUSTRIES
Rispetto alle altre quattro aziende sotto la lente in questa pagina, è un «colosso» da oltre 100 milioni di fatturato. Con l'acquisizione di Inda, infatti, il gruppo che fa capo alla famiglia Venturato ha quasi triplicato il volume d'affari che nel 2012 era a quota 41 milioni. Tra i primi a livello europeo, il gruppo si muove da interlocutore primario nel mondo dell'arredobagno.
«È il primo Salone dei due marchi uniti - dice Denis Venturato, ad e presidente del gruppo - un debutto ufficiale che è anche un segnale di forte solidità. Ma poi ci sono grandi novità a livello di prodotto e di mercato. In sei mesi siamo riusciti a presentare otto linee di nuovo prodotto: dai box doccia ai mobili e accessori bagno».
Nonostante l'handicap dell'euro forte contro dollaro, l'export del gruppo si attesta a quota 50%. «In controtendenza - aggiunge Venturato - siamo cresciuti in Italia nonostante la crisi. Ma anche nell'eurozona, soprattutto in Germania e Francia, con buone prospettive di crescita in Russia. Quest'anno festeggiamo i 70 anni del gruppo e l'inizio di questo Salone è confortante con un'affluenza di visitatori, molti gli stranieri, superiore alle nostre aspettative. Vedo positività».
VILLARI
Fondata sul finire degli anni Sessanta, l'azienda di Solagna (Vicenza) entra a pieno titolo tra i grandi interpreti della porcellana artistica italiana.
Non a caso sono due artisti, Cesare e Silvia Villari, a creare modelli e prototipi che vengono poi prodotti fedelmente. Che fanno bella mostra in una ventina di negozi monobrand sparsi nel mondo: da Londra a Mosca, da Dubai a Teheran, dalla Cina agli Usa e in quasi tutte le ex repubbliche sovietiche.
«Ovviamente facciamo prodotti di alto livello - dice Barbara Villari, amministratore e art director che gestisce l'azienda con i fratelli Alessandra (commerciale), Leone (produzione) e il cognato Jean Sebastien Masnada - tutto made in Italy, e che trovano grande risalto in questa vetrina eccezionale che è il Salone del Mobile. Non esistono al mondo altri eventi di questa portata. Insomma, un evento che consente di concentrare la nostra produzione sull'export con una quota del 95%. Devo dire che l'azienda ha sempre avuto una vocazione internazionale. Oggi i mercati che ci premiano maggiormente sono la Russia, le sue ex repubbliche, e il Medioriente, ma cominciamo a invadere anche la Cina».
Quest'anno buona parte dello stand Villari è dedicato ad Alice nel paese delle meraviglie, perché quando il visitatore arriva ha bisogno di emozioni: «Se l'oggetto trasmette emozioni - aggiunge Barbara - è il momento dell'acquisto... Quest'anno, ad esempio, presentiamo un prezioso lampadario che abbiamo chiamato Alba veneziana, un mix di cristallo e porcellana».
EDRA
Qui troviamo solo alta qualità che snobba mode e tendenze. Si tratta di pezzi unici, inconfondibili: divani, poltrone, sedie, tavoli, accessori.
«Lo dicono tutti i miei colleghi, e quindi non posso che confermarlo: il Salone è la vetrina internazionale imprescindibile per le aziende, superfluo aggiungere altro», è il pensiero di Valerio Mazzei, presidente di Edra. Che aggiunge: «L'azienda è stata fondata nel 1987, una piccola realtà ma in costante crescita. Fin dall'inizio abbiamo impostato tutto sui livelli massimi di qualità e innovazione. Sia a livello strutturale sia a livello di finitura. Prodotti, comunque, tutti finalizzati al benessere di chi li usa, in qualsiasi situazione: relax, lettura e altro ancora, posizioni che si regolano a piacimento».
Con una quota export di circa il 75%, Edra cresce anche in Italia nonostante la crisi: «Chiaramente l'estero fa la parte del leone - aggiunge Mazzei - soprattutto nel nord Europa dove si concentra la nostra quota maggiore. Non trascuriamo Usa e Australia, mentre cominciamo a notare un discreto interesse del mercato russo alla nostra produzione.
Oggi il fatturato è a quota 10 milioni che «salgono a 20 quando i prodotti escono dalla fabbrica per arrivare al pubblico - conclude con estrema correttezza Valerio Mazzei - perché non mi piace gonfiare i dati».
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