Correva lanno 97, e venne alla luce, da quellimmenso embrione musicale che è lInghilterra, quello che è definito come il gruppo acido più estremo e rivoluzionario del mondo musicale internazionale a cavallo tra secondo e terzo millennio. Stiamo parlando dei Prodigy, band che domani sera suonerà al Palalottomatica (ore 21), per un appuntamento davvero imperdibile per chi li ama e segue, ma anche per chi è curioso di conoscere e scoprire uno delle formazioni più rappresentative e innovative della «nuova» musica internazionale. Punk, rock, metal, progressive, techno e pop, di tutto un po nel loro sound. Dai loro esordi, i Prodigy sono riusciti a stravolgere svariati parametri musicali, e tornano adesso in Italia per uno spettacolo in tre date (oltre Roma il tour ha già toccato Padova e Milano) con la potenza di un concerto che è un vero e proprio gigantesco rave party, con il pubblico sotto il palco protagonista della serata quanto i quattro «dj musicisti» sul palco: Liam Howlwtt, vera mente del gruppo, il rapper Mc Maxim, infine Keith Flynt e Leroy Thornhill. Dopo aver pubblicato nel 2004 un nuovo album, Always outnumbered, never outgunned, i Prodigy sono appena tornati nei negozi di dischi con una strenna natalizia. Their law-the singles 1990-2005, una compilation, un ricco cofanetto con tutti i singoli pubblicati dalla formazione e molti, gustosi e inediti remix. Unantologia, dunque, che farà conoscere a molti lesplosiva formazione di Braintree, nelEssex.
Nel 97, The fat of the land, il loro disco della «svolta», quello più rappresentativo, ha rappresentato linizio di un nuovo periodo per Liam Howlett, il prodigioso infante che a due anni sapeva già suonare egregiamente il pianoforte.
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