Secolo d’Italia La Perina: «Pdl addio» Ma il giornale intasca 1,5 milioni dallo Stato

«Da oggi dalla testata del Secolo d’Italia sparisce la dicitura “quotidiano del Pdl”». Il direttore del quotidiano finiano Flavia Perina non vedeva evidentemente l’ora di cancellare il copyright berlusconiano dalla sua creatura. «Cancellare questa etichetta - aggiunge la deputata Fli, direttore editoriale del quotidiano di Futuro e Libertà - è un tributo alla chiarezza» dopo lo strappo del presidente della Camera Gianfranco Fini a Mirabello di domenica scorsa. Purtroppo per lei, certe parole possono suonare come un boomerang. «Un Secolo senza etichette e senza diretti collegamenti di partito per adesso va benissimo, liberi tutti, nel mare aperto che sempre ci è piaciuto e che tanto ha irritato i colonnelli di An. Domani arriverà un’altra didascalia». Domani, ma anche subito perché la Perina sa benissimo che quella «etichetta» è necessaria: diversamente non avrebbe più titolo di accesso ai soldi del finanziamento pubblico alla stampa di partito. Nel 2008 sono arrivati nelle casse del Secolo 1.597.

849,18 euro come contributo per «testate organi di partiti e movimenti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare (non eletti ma gruppo, ndr) in una delle Camere». Senza un gruppo Fli, altro che futuro, altro che libertà...

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