«Seconda turbolenza in atto A rischio credito e consumi»

«Seconda turbolenza in atto A rischio credito e consumi»

da Milano

Fiato sospeso per la riapertura dei mercati di oggi. Il fine settimana è servito per le riflessioni di operatori e gestori, dopo una delle «ottave» più nere di sempre per i listini azionari, in Italia e all’estero. Il timore di ulteriori scivoloni è vivo e l’umore che prevale non è affatto positivo. Oggi sono attesi i dati preliminari sull’inflazione italiana a giugno. Importanti nel percorso di avvicinamento alla riunione di giovedì della Bce, a Bruxelles, che avrà sul tavolo il probabile rialzo dei tassi d’interesse Ue, il primo da un anno a questa parte, atteso per un quarto di punto, da 4 a 4,25%.
Il percorso che porta a giovedì prevede due tappe preparatorie: oggi a Basilea si incontrano i banchieri centrali di tutto il mondo, proprio per parlare di crisi finanziaria, mutui, tassi d’interesse, in occasione della relazione annuale della Bri. Ci sarà il numero uno della Bce Jean-Claude Trichet, e pure il suo omologo americano Ben Bernanke. Ma già ieri i banchieri centrali si sono visti, in occasione della relazione che Mario Draghi, governatore di Bankitalia, ha effettuato nella funzione di presidente del Financial Stability Forum. Lo stesso Draghi, come noto, ha recentemente espresso preoccupazione sulla prossima evoluzione della crisi. E a quanto si è appreso da uno dei partecipanti, il governatore argentino Martin Redrado che ha conversato con l’agenzia Bloomberg, i banchieri centrali avrebbero parlato di «una seconda ondata di turbolenze», già in atto, e in grado di generare un «rallentamento che potrà colpire in particolare il credito al consumo». Insomma l’umore negativo di cui si parlava ha trovato già conferma a Basilea.
Secondo gli analisti, il rialzo di giovedì potrebbe non essere l’unico e si dicono pronti a chiedere alla Bce di scoprire le carte, per portare alla luce il «bluff» nascosto dietro le dichiarazioni di facciata secondo le quali per il 2008 i tassi non dovrebbero salire sopra il 4,25%. L’attenzione, dunque, più che sulla decisione dei tassi sarà puntata sulle parole del presidente Trichet nella conferenza stampa successiva, da cui potrebbero arrivare indicazioni sui prossimi mesi, anche alla luce dell’incontro che il banchiere francese terrà con il segretario del Tesoro statunitense, Henry Paulson, domani a Francoforte.
I mercati, di fatto, continuano ad aspettarsi una seconda stretta entro fine anno.

A poco sono valse le parole di Trichet (non stiamo preparando una «serie» di aumenti) e di Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo, che si è spinto fino a spiegare che una sola manovra sui tassi, quella appunto di giovedì, «dovrebbe bastare». Nel frattempo, l’allarme dell’inflazione, con il petrolio sopra 142 dollari, si è fatto ancora più pressante e non si intravvedono nel breve periodo motivi per un’inversione di rotta.

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