Si torna a fare figli, ma siamo ancora lontani dallavere un coefficiente di natalità positivo. «Per mantenere la stabilità demografica - spiega il professor Francesco Villa, sociologo e docente di Politica sociale alluniversità Cattolica - ogni donna dovrebbe mettere al mondo due figli».
Non stupisce dunque laumento della natalità a Milano messo in evidenza dal confronto tra il 1981 e il 2001: se ventiquattro anni fa per ogni tre donne in età feconda nasceva un figlio, oggi siamo arrivati ad avere la nascita di un bimbo ogni due donne. «Il problema - prosegue il professor Villa - riguarda più che altro il forte calo riscontrato negli anni passati, ora cè una lieve inversione di tendenza, la normalità è lontana».
E a parlar di motivazioni, le ipotesi più credibili per il sociologo riguardano i segnali politici inviati in questi ultimi anni ai cittadini, tra i quali per esempio gli incentivi economici. Come i famosi mille euro in regalo dallo Stato per ogni neonato.
Quindi, viene da pensare, stiamo migliorando? «Sinceramente penso che nonostante gli incentivi i problemi rimangano. E non giurerei in una stabilizzazione in positivo di questultimo dato sulla natalità. È vero che Milano è una città dinamica e produttiva, ma il dinamismo ha anche dei costi. Lunico fattore analizzabile è che in passato le condizioni della vita urbana avevano penalizzato il tasso di crescita della popolazione in città, e oggi evidentemente non è più così. Soprattutto non escludendo il considerevole contributo delle donne immigrate».
«In Italia tra laltro - conclude il professore - non è ancora stato introdotto il quoziente familiare nella determinazione del reddito, come avviene da anni invece in Francia, nazione con ben altri dati demografici. E questa è senzaltro una grossa penalizzazione nei confronti della stabilità demografica».