Semafori truccati: 35 Comuni nei guai Multe a tutti per ripianare i bilanci

Un affare per tutti. Migliaia di multe che ingrassavano i bilanci comunali, regali a funzionari compiacenti, gare d’appalto pilotate per favorire le aziende del «cartello». Un business che metteva d’accordo imprese e amministratori locali. Tutti felici, tranne gli automobilisti. Pizzicati a bruciare un semaforo. Fotografati dalle telecamere «intelligenti». Troppo intelligenti, secondo la Procura. Che ieri ha notificato l’avviso di conclusione indagini, ipotizzando un maxi raggiro ai danni dei conducenti finiti nella tagliola di un sistema che - per l’accusa - era tarato in modo da non lasciare scampo. Tanto ridotto, il tempo della durata del giallo, da non poter essere rispettato. Inducendo gli automobilisti a passare col rosso.
L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf e coordinato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, è nata da un esposto dei residenti di Segrate, colpiti da 50mila multe tra il novembre 2006 e il luglio del 2007. E un capitolo dell’inchiesta riguarda proprio il comune dell’hinterland milanese. Il sindaco, Adriano Alessandrini, è indagato per abuso d’ufficio, così come il comandante e il vicecomandante della polizia locale. Nelle casse comunali, infatti, sarebbero entrati 2,4 milioni di euro grazie a multe pagate dagli automobilisti che difficilmente - in ragione del cosiddetto tempo di latenza del giallo - avrebbero potuto evitare la tagliola del T-red. Inoltre, le telecamere sarebbero state attive 24 ore su 24, senza «il necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione», e piazzate a incroci non pericolosi.
L’inchiesta si è però allargata a gran parte del territorio nazionale. Sono 35, infatti, i comuni sparsi in tutta Italia dove sarebbero stati attivati i semafori incriminati, coinvolgendo una quindicina di comandanti dei vigili e diversi sindaci. In totale, 38 indagati a vario titolo di associazione per delinquere e turbativa nella gare d’appalto. Inoltre, resta aperto uno stralcio di inchiesta che ipotizza il reato di corruzione.


L’avviso di chiusura delle indagini riguarda anche a Raoul Cairoli, amministratore della Citiesse, azienda che commercializza in via esclusiva i T-Red, e ad altri tre responsabili di società del settore, che avrebbero messo in piedi fino al settembre 2008 «un accordo di cartello» per «l’acquisizione di contratti» con le amministrazioni locali, attraverso la «collusione con i pubblici ufficiali».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica