Cronaca locale

Sempre più donne perseguitate dagli ex

Chiara Campo

Tormenti, molestie telefoniche continue, intimidazioni, minacce personali e sui figli. Gli esperti lo chiamano «stalking», una persecuzione psicologica continua che sempre più spesso, purtroppo, finisce nel sangue. «Non c’è ancora una legge che lo preveda come reato, ci sono molte denunce ma nessun intervento preventivo», denuncia Marisa Guarneri, presidente della Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano che si trova ad affrontare casi sempre più spesso «al limite». Donne strappate per i capelli ai loro persecutori, vittime di violenze che «negli anni hanno assunto forme molto più estreme». Si fa un gran parlare nelle ultime settimane di stupri in strada, ma la violenza sessuale da parte di estranei è il 12 per cento rispetto a quella che avviene tra le pareti domestiche. E sta esplodendo il caso dei delitti in famiglia. Tra il 2000 e il 2005 in Italia sono avvenuti quasi cinquecento omicidi all’interno della coppia, e nell’88,6 per cento dei casi si trattava di uomini che hanno ucciso la propria compagna o ex partner. In Lombardia sono state uccise 74 donne e 11 uomini, oltre la metà a Milano (38 omicidi), ma numerosi drammi si sono consumati anche a Bergamo e Brescia. La ricerca condotta dalla professoressa Anna Baldry dell’Università di Napoli rivela che una volta su tre l’uomo, dopo l’omicidio, si è suicidato, mentre nel 9,4 per cento dei casi ha tentato senza riuscirci. Il 41,2 per cento delle volte è stata utilizzata un’arma da taglio e nel 34,1 da fuoco, mentre circa il 10 per cento degli omicidi è avvenuto per strangolamento e il 7 usando un corpo contundente. Negli altri episodi la donna è stata ridotta in fin di vita per percosse, soffocamento, speronamento dell’auto o è stata fatta precipitare dal balcone. I moventi sono quasi sempre la gelosia (37,6%) o dissapori e litigi (25,9), meno spesso la causa è un raptus improvviso o un disturbo psichico dell’autore.
«Al centralino di emergenza della Casa delle donne maltrattate - spiega Guarneri - nel 2005 sono arrivati moltissimi casi di violenza sessuale da parte di mariti, ex mariti, conviventi, ex fidanzati, persone di famiglia, ma anche persecuzioni che producono denunce di fronte alle quali le forze dell’ordine sono impotenti, alzano le braccia, a meno che non scorra il sangue». Va anche detto, aggiunge, che «molti uomini italiani maltrattano le compagne straniere e le ricattano con le questioni dei permessi di soggiorno». All’estero, «ci sono esperienze delle forze dell’ordine che hanno sperimentato strumenti di prevenzione, e hanno funzionato». Ecco perché la Casa di via Piacenza 14 (telefono 02.55015519), a partire da domani e ogni giovedì dalle ore 15 alle 17, aprirà le porte alle donne che si sentono potenzialmente in pericolo di vita, per parlare con assistenti sociali ed esperti. «Spiegheremo quando e come certi comportamenti dei partner violenti debbano portare alla prudenza, che la violenza è sempre in crescendo e l’unica soluzione è interromperla per evitare che degeneri, approfondiremo i meccanismi che portano alla sottovalutazione o alla rimozione dei segnali d’allarme che arrivano, confusamente, alle donne coinvolte». Nel 2005 si è abbassata a 31 anni l’età media delle donne che si sono rivolte al centro per avere aiuto.

I contatti sono stati 473: 373 donne hanno chiamato in situazione di emergenza, 225 erano minorenni e 292 avevano figli.

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