La faccia buia e un po ingrigita di Josè Mourinho dice tutto: ora gli toccherà far sul serio. Insomma dare un gioco armonico allInter. Con Ibrahimovic (nel tondo), bastava palla lunga e pedalare. Senza Ibra, ci saranno da accordare strumenti (gioco) e sintonizzare uomini. E magari smentire luoghi comuni. Il principale porta alla domanda che tutti si fanno: lInter ne perde o ne guadagna. E se ne perde, quanto ne perde? E se guadagna, quanto ne guadagna? Ma soprattutto: una squadra senza Ibra ce la farà ad arrivare almeno alla finale di Champions?
La risposta allultimo quesito è la più semplice: visto quanto ha combinato con lo svedese in Europa, può solo far meglio. E non fidatevi dei mugugni di Mourinho: sta mettendo mani avanti, perché ora si dovrà davvero rimboccare le maniche ed aprire il libro della sua credibilità. Questa Inter, intendiamo quella in cui dovrebbe arrivare Etoo, ma non sarebbe male nemmeno se ci fosse Cassano (il miglior assist man oggi in Italia: ha fatto diventare goleador vero perfino Pazzini), questa Inter ora dovrà avere finalmente un gioco, ma senza Ibra sarà più facile costruirlo, modellarlo, farlo rendere.
Milito, Balotelli e Etoo garantiscono il numero di gol sufficienti per non mandare in malora il lavoro degli altri. Perché il problema sta tutto lì. Segnare di più e segnare meglio, soprattutto in Champions. Ibra ha mancato reti decisive. Moratti ha avuto piena ragione quando gli ha rinfacciato uno stipendio da nababbo a fronte di prestazioni deludenti ed errori da principiante. LInter in Italia sarà ancora la più forte, soprattutto dopo aver così ben assestato la difesa con Lucio. Ma se giocherà un po meglio, la Juve dovrà far miracoli. Ibra è stato il trascinatore nei momenti difficili, ha risolto situazioni complicate, forse ha troppo ben abituato i compagni. Si è visto quanto contasse, quando è mancato. Ma il suo spavaldo leaderismo ha provveduto a distruggere le idee di gioco ed ogni compagno di linea. Affiancare Ibra significava solo fare il cameriere di servizio. Un po come capitava con Batistuta a Firenze, dove Rui Costa era un playmaker adattato al ruolo di maggiordomo.
AllInter non è stato diverso. Mourinho ha capito tutto e presto e si è adeguato. Se Ibra dovesse giocare con Milito, difficile che il Principe rimanga principe.
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