Doveva essere una maratona e invece è stato poco più di un giretto di campo. La campana degli ultimi 400 metri, a Camogli, suona prima del previsto. La cinque giorni di consiglio comunale, convocata per discutere le 152 osservazioni relative al progetto dell'ex scalo ferroviario, rimane allo stato embrionale. Perché i consiglieri di minoranza polemizzano e abbandonano l'aula dopo solo un'ora. Una scelta che consente di accelerare i tempi e permette alla maggioranza di cantarsela e suonarsela, tra l'amarezza del pubblico presente e dei comitati che si oppongono al progetto.
A metà pomeriggio è tutto finito senza colpi di scena: le osservazioni vengono rigettate, a parte qualche suggerimento recepito sul verde pubblico. Ma la bagarre continua. L'opposizione contesta la convocazione di cinque consigli comunali consecutivi, quando in media se ne svolge uno al mese. «Una fretta sospetta su una pratica che non ha vincoli di tempo come può essere il bilancio», afferma il consigliere di minoranza Aldo Canevello. Che poi spiega il perché di tanta celerità: «La Novim, socio del Comune, stanca di aspettare, ha citato l'ente chiedendo indietro la quota di capitale, gli interessi e i mancati introiti per una cifra vicina agli otto milioni». E anche il Partito democratico, che nei giorni scorsi ha difeso la scelta dell'amministrazione, finisce nel mirino: «A Recco contesta le cementificazioni, mentre a due chilometri di distanza, a Camogli, le appoggia», sottolinea sarcastico Canevello.
Il sindaco, Italo Mannucci, non è d'accordo: «Nessuna fretta.
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