Dopo i tassisti, oggi tocca alle farmacie. Saracinesche abbassate, servizio sospeso. La protesta di unaltra categoria si scatena contro il ministro Bersani e le sue presunte liberalizzazioni. In città rimarranno aperte solo le 31 farmacie di turno, più buona parte delle ex comunali e delle cooperative. Alla protesta non aderiscono neppure gli esercenti di Corsico, Buccinasco, Rozzano e Opera. Paolo Gradnik, presidente di Federfarma Lombardia, spiega: «Scelta inevitabile, ma rispettosa dei diritti e delle necessità dei cittadini». I titolari delle farmacie milanesi denunciano lo svilimento della figura della professione, ridotta ad un ruolo puramente commerciale, e temono lo strapotere delle grandi aziende. Ma, sottolineano, in gioco cè anche la la salute dei consumatori. Il rischio associato alla vendita nella grande distribuzione, commentano in molti, è quello di incentivare un consumo dissennato, con gravi effetti collaterali. Secca la replica di Federdistribuzione: nessun rischio per farmaci che, anche secondo lAntitrust, potrebbero essere venduti fuori dalle farmacie.
Letizia Moratti, pur non prendendo posizione, invita a «comporre una sintesi fra le ragioni dei cittadini e quelle dei farmacisti».
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