Alessandra Miccinesi
Ritmo, passione, pulsione, battiti. È un ritmo ancestrale quello che anima il corpo dei danzatori di flamenco, spinti dal respiro - e dalla vita stessa - a incrinare il muro del silenzio sospinti da un battito di mani, dallarpeggio furente di una chitarra, dai tacchi battuti con forza sul suolo. Una danza che è insieme un inno alla vitalità, alla gioiosa sensualità, e insieme una riflessione sullesistenza, un viaggio effettuato attraverso i cinque sensi. Una specie di vittoria della luce sul buio, della ragione sulla follia, della parola sullisolamento. Non poteva esserci connubio migliore, né miglior titolo, per la serata di beneficenza organizzata per domani sera allAmbra Jovinelli dallassociazione Battito Flamenco. Ad andare in scena sarà «Un battito flamenco per il Senegal», performance di teatro-danza scritta e diretta da Manfredi Gelmetti che con «Flamenco, ricordati di me» intende sposare larte alla solidarietà, promuovendo una raccolta di fondi a favore di un nobile progetto: «La casa di Ibrahima» costruzione di una casa famiglia per bambini senegalesi. Nel 2000 lInternational Labour Organization ha stimato un numero impressionante (325.000) di giovani lavoratori detà compresa tra i 10 e i 14 anni; secondo un recente rapporto Unicef invece sono almeno centomila i bambini che vivono in regime di mendicità. Grazie a questo progetto, trenta ragazzini del Senegal potranno affrancarsi dalla strada e dalle discariche per vivere dignitosamente in un centro accoglienza gestito da unéquipe di volontari. Qui i bambini riceveranno assistenza psicologica, potranno studiare, ed essere avviati al lavoro.
(Posto unico: 14 euro, www.ambrajovinelli.it)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.