Belgrado - Nuovo e inevitabile capitolo nell’ennesima crisi politica in Serbia, innescata dall’indipendenza del Kosovo, proclamata unilateralmente il 17 febbraio scorso dai leader della maggioranza albanese della regione contesa: oggi il moderato presidente serbo Boris Tadic ha sciolto il Parlamento nazionale, e convocato elezioni anticipate per l’11 maggio prossimo (nella foto).
Voto anticipato Il voto anzitempo era stato reclamato lunedì dal premier, il nazionalista Vojislav Kostunica, in seguito alla rottura dell’alleanza di governo tra il suo Partito Democratico di Serbia e il liberale e filo-occidentale Partito Democratico di Tadic, originata dai diverbi intestini seguiti alla perdita del Kosovo. Al problema sono strettamente legate le aspirazioni di Belgrado a entrare a pieno titolo nell’Unione europea, molti dei cui membri hanno riconosciuto Pristina indipendente, come pure gli Usa. La consultazione primaverile è considerata un vero e proprio referendum sulla continuazione o meno del dialogo con i Ventisette, che di fatto comporterebbe la rinuncia alla "costola" kosovara.
Il futuro della Serbia "Le elezioni rappresentano un mezzo democratico affinché i cittadini possano esprimersi su come la Serbia debba svilupparsi negli anni a venire", ha dichiarato Tadic, puntualizzando di essersi attenuto alla Costituzione. La posta in palio a maggio sarà la più importante nella ancor breve storia della repubblica ex Jugoslava dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic, otto anni fa. Nei Balcani torna lo spettro del caos sempre latente, retaggio dell’implosione della Jugoslavia titina. Il capo dello Stato ha, comunque, lanciato un appello per "una campagna elettorale corretta" che possa "consentire alla Serbia di dotarsi di istituzioni stabili, in grado di funzionare con efficacia". La replica di Kostunica è stata affidata a un comunicato: "È estremamente importante che i cittadini decidano, e che scelgano un governo responsabile davanti alla Nazione, dotato della forza necessaria per combattere allo scopo di mantenere il Kosovo".
Il nodo del Kosovo "Il nuovo governo dovrà trattare con l’Unione Europea sull’ingresso del nostro Paese in Europa nella sua interezza", si aggiunge, sottolineando ancora una volta che il Kosovo deve farne parte: parole analoghe a quelle formulate dagli ultra-nazionalisti del Partito Radicale, attualmente all’opposizione, il cui candidato Tomislav Nikolic fu sconfitto da Tadic soltanto di misura il mese scorso.
Proprio i radicali erano stati i promotori in Parlamento di una mozione in cui si chiedeva di troncare i negoziati con l’Ue, qualora quest’ultima non fornisse garanzie circa il mantenimento dell’integrità territoriale serba; Kostunica si era detto favorevole all’iniziativa, mentre Tadic vi si era opposto, pur censurando la secessione del Kosovo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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