Politica

«Sergej non c’era, ormai è provato che Agca si sbagliava»

da Roma

Il senatore Giuseppe Consolo è stato l’avvocato di Sergej Antonov, ha seguito l’inchiesta ed il processo che ha sancito l’estraneità del suo assistito ai fatti contestati.
Senatore, la commissione Mitrokhin sta concentrando la sua attenzione sulla famosa fotografia scattata in piazza San Pietro nel quale compariva un uomo molto somigliante a Sergej Antonov?
«Ricordo benissimo quella foto, ma credo che tornare a indagare su Antonov sia una perdita di tempo. Il processo ha chiarito, oltre ogni dubbio, che il funzionario bulgaro non c’entra con l’attentato al Papa».
Non è dunque lui l’uomo che compare dietro Karol Wojtyla?
«L’immagine sarà anche somigliante ma le indagini hanno poi accertato che quell’uomo non era Antonov bensì un cittadino americano d’origini austriache, adesso non ricordo. È passato tanto tempo...».
La magistratura, pur assolvendo Antonov per insufficienza di prove, ha ritenuto «traballanti» gli alibi forniti dai colleghi di lavoro, secondo i quali il funzionario della Balkan Air nel pomeriggio del 13 maggio si sarebbe trovato in ufficio.
«Perché traballanti? I testimoni hanno dato la loro versione dei fatti, precisa, puntuale, e se Antonov è stato assolto vuol dire che dicevano il vero e che Agca diceva il falso. Comunque sia, non credo si arriverà lontano con nuove indagini sulla famosa foto di piazza San Pietro. Per anni ci si è girati attorno, si sono sviluppati tutti i filoni e la sentenza della Cassazione che assolve con formula piena Antonov è la riprova della sua innocenza».
Non crede che alla luce di nuove informazioni provenienti dai servizi segreti del Patto di Varsavia sia comunque importante fare luce su ogni dettaglio dell’attentato al Papa?
«Concordo assolutamente, ma questa storia di Antonov è ormai morta e sepolta. Di tutto mi si può sospettare tranne di essere vicino ai bulgari.

La verità è verità, basta cercarla negli atti».

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