Atto finale per Sky Rojo, la serie spagnola del papà della Casa di Carta

Su Netflix debutta la terza e ultima stagione di Sky Rojo. Ecco perché la serie spagnola dal papà de La Casa di Carta è da non perdere

Atto finale per Sky Rojo, la serie spagnola del papà della Casa di Carta

C’è una serie tv in particolare, presente sul catalogo di Netflix, che meriterebbe un po' di attenzione in più. Non perché sia originalissima nella messa in scena, ma, più che altro, nel suo essere così bizzarra, è riuscita a raccontare con un’amara lucidità il mondo oscuro e pericoloso della prostituzione femminile. Stiamo parlando di Sky Rojo, serie spagnola creata da Alex Pina – il papà de La Casa di Carta -, che è tornata il 13 gennaio con gli episodi della terza e ultima stagione. Una serie che merita di essere vista, eppure non ha mai brillato. Non ha raggiunto numeri da capogiro, restando nella top ten solo per qualche giorno, senza superare la quinta o sesta posizione. Ciò non vuol dire che Sky Rojo non sia un prodotto valido. Anzi, pur essendo una serie spagnola (e di solito nessuna di queste sono di ottima qualità), è riuscita a farsi spazio nell’affollato panorama televisivo grazie a una storia in bilico tra realtà e lucida follia, e grazie alla sua satira sul mondo delle donne che vendono il loro colpo per soldi.

Sky Rojo è una commedia nera, nerissima. Dove non esiste né il bene né il male. Lì vince solo il più furbo e il più scaltro. Lo sanno bene le tre protagoniste che, per sfuggire da una vita fatta di soprusi e angherie, sono costrette persino a uccidere e a remare contro la propria morale. È una serie violenta, sanguinolenta, dall’incredibile potenza visiva, capace di catturare il pubblico in un vortice infinito di emozioni. Sì, non è da antologia, forse sarà presto dimenticata, ma merita comunque una possibilità. E ora vi spieghiamo perché dalla Spagna è arrivata in Italia un'altra serie tv che merita di essere vista.

L’influenza delle serie spagnole

Oggi, grazie al grande successo de La Casa di Carta e di Elite, le serie spagnole sono diventate un must per il pubblico di Netflix. In passato, invece, sono state etichettate come prodotti di scarsa qualità solo perché non hanno mai cercato di andare ben oltre i clichè di una soap-opera. Quei clichè restano anche nelle produzioni più contemporanee, ma a colpi di scena e intrighi amorosi, si fa spazio una rilettura schietta e sincera della società attuale. Il pubblico, che fino ad ora ha avuto come metro di paragone solo una serie americana o inglese, grazie a quelle prodotte in Spagna ha la possibilità di conoscere una realtà totalmente diversa, più vicina al lifestyle europeo, più concreta, in cui si conosce un mondo più simile al nostro, pieno di contraddizioni ma aperto al futuro e dove tutto sembra possibile. Sky Rojo resta comunque un buon punto di partenza per conoscere la Spagna e le sue tradizioni.

Tre donne in cerca di riscatto

C’è un bordello a Tenerife, chiamato il Las Novias Club. È fuori dal centro abitato, in una strada deserta e di passaggio. Eppure è frequentato da uomini altolocati, disposti a spendere fior di quattrini per lasciarsi sedurre dalle donne che lavorano nel club. La storia si focalizza su tre personaggi in particolare: Carol, Wendy e Gina. Sognano una vita lontano dal locale in cui lavorano e sognano di essere libere dalle grinfie di Romeo. Causa forza maggiore e con un malloppo da quattro milioni di euro riescono a fuggire dal club, ma non è facile guadagnare la tanta agognata libertà. Nella fuga vengono inseguite dai tirapiedi di Romeo. Uno in particolare crea non pochi problemi. Moses, interpretato dal bel Miguel Angel Silvestre, colui che recluta le prostitute per il club, cerca in ogni modo di fermare la fuga delle tre donne senza mai riuscire nell’intento. La seconda stagione è culminata in un confronto finale al cardiopalma. La terza si è conclusa con un colpo di scena liberatorio ma non tutti hanno trovato il loro lieto fine.

Una serie prepotente e accattivante

A un primo impatto la serie è spiazzante. Così surreale, così prepotente e così accattivante che il pubblico resta spaesato. E, più la storia si inerpica nei labirinti del racconto e più diventa stralunata, folle e violentissima. Eppure, sono proprio queste caratteristiche che hanno reso tale Sky Rojo. A un racconto di riscatto tutto al femminile e dove un gruppo di donne cerca di liberarsi dall’influenza del maschio, la vicenda corre veloce tra i fili dell’intrattenimento, inscenando un folle road-movie in cui niente è quello che sembra. Violenza gratuita, sangue che scorre a fiumi e corse in auto a tutta velocità, ma anche spazio personaggi pieni di luci e ombre, che non sono capaci di fare una scelta ragionata ma che agiscono solo pensando all’istinto e a quella voglia di inseguire il sogno di libertà.

Una cruda parabola sull’universo femminile

Sky Rojo non è solo una serie in cui vince solo chi fugge, ma si getta anche in una disanima cruda e amara sul mondo delle donne e su chi vende il suo corpo per soldi. Da questo ritratto così oscuro, esce una veritiera fotografia delle donne che decidono di prostituirsi, spesso costrette a farlo solo perché impossibilitate a trovare un futuro migliore, ma più che altro, traspare un’immagine ben più cruda di chi permette alle donne di concedersi al migliore offerente. Il personaggio di Romeo, pappone che imbroglia persino le sue "ragazze", viene descritto come un uomo senza pietà, misogino e senza nessuna possibilità di redenzione, ritraendo il mondo della prostituzione come una realtà cruda e denigratoria.

Da Velvet a Sky Rojo, l’ascesa di Miguel Angel Silvestre

Nonostante tutto, la serie si presenta come uno show molto pop, facile da fruire e concepito proprio per un goloso binge watching. Tra gli attori di punta c'è Miguel Angel Silvestre. In Sky Rojo è uno degli scagnozzi di Romeo, legato sentimentalmente a una delle tre protagoniste, e piace non sono per la sua bellezza ma perché l’attore è riuscito a far trapelare la conflittualità del suo personaggio. Celebre per aver preso parte a Velvet, soap-opera spagnola andata in onda con successo su Rai Uno, è diventato un vero e proprio divo dopo la sua apparizione di Sense8 (serie di Netflix), in cui molto spesso appare senza veli e mette in mostra tutta la sua (sconfinata) bellezza. Anche in Sky Rojo succede – più o meno – la stessa cosa.

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Perché è una serie da vedere a tutti costi

Sky Rojo si gusta con facilità. A episodi brevi ma intensi, si fa strada una narrazione incisiva, capace di attirare il pubblico.

Piace perché è una serie accattivante, molto americanizzata nella sua struttura, e convince perché regala uno sguardo di cuore e di pancia alla realtà spagnola. Da vedere anche solo per perdersi in una storia in cui non ci sono né vinti né vincitori.

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