Serialità

The Last of Us, storia di un viaggio nel nuovo evento televisivo

Arriva in esclusiva su Sky The Last of Us, serie televisiva HBO tratta dall'omonimo videogioco che punta già a essere il miglior prodotto del 2023

The Last of Us, storia di un viaggio nel nuovo evento televisivo

Debutterà il 16 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now Tv The Last of Us, serie tratta dall'omonimo videogioco sviluppato da Naughty Dog per Play Station. In contemporanea con la messa in onda negli Stati Uniti, la nuova serie HBO sembra non avere il solo scopo di intrattenere gli spettatori, ma di aprire le porte a un nuovo fenomeno televisivo, un nuovo evento collettivo che possa in qualche modo andare a colmare il vuoto lasciato dall'ultima stagione de Il trono di spade. La serie è scritta da Craig Mazin, che aveva dimostrato già il suo talento in Chernobyl, e da Neil Druckmann, già autore del videogioco.

La storia prende il via nel 2003. Nei sobborghi di Austin, in Texas, la vita sembra scorrere tranquilla, immersa in una quotidianità facilmente riconoscibile. Ma nell'aria si avvertono già i primi segnali di una tragedia: spasmi involontari ai muscoli, sirene della polizia che urlano al vento e il chiacchiericcio confuso di telegiornali lasciati in sottofondo. In un attimo tutto precipita: esplode violentissima una pandemia legata a un fungo che rende i malati estremamente aggressivi e violenti. Joel (Pedro Pascal) decide di prendere la macchina e insieme al fratello e alla figlia cerca di trovare una via di fuga. La sua corsa alla sopravvivenza viene però bloccata da una tragedia che lo annienta. Vent'anni dopo la vita come la si conosceva è pressoché conclusa. Joel vive in una zona di quarantena a Boston, sotto un governo militare. Il suo sguardo si è fatto duro e il suo pragramatismo sembra aver avuto la meglio. Vive come contrabbandiere con l'unico scopo di riuscire a mettere le mani su un motore ancora funzionante per poter raggiungere il fratello, con il quale non parla da anni. Motore che gli viene offerto in cambio di una sorta di "missione segreta". Viene incaricato da un gruppo terrorista che vuole andare contro i militare di portare fuori dalla zona di quarantena Ellie (Bella Ramsay), una ragazzina estremamente importante per poter immaginare un futuro.

The Last of Us, storia di un viaggio

Per lungo tempo è esistito un pregiudizio secondo il quale i videogiochi erano mezzi di intrattenimento inferiori, destinati a un tipo di pubblico che non aveva voglia di ragionare o essere coinvolto in una storia stratificata. Quando Naughty Dog ha rilasciato prodotti come Uncharted e, appunto, The Last of Us ha dimostrato proprio l'infondatezza di tali asserzioni, dimostrando come il videogioco fosse un'opera di storytelling completo, per la sua capacità di costruire una struttura narrativa potente, piena di rimandi, di una qualità così alta da guadagnarsi il plauso della critica. La serie in arrivo su Sky sembra voler proseguire questo viaggio, dimostrando che al pari di libri e fumetti, anche il videogioco può essere inteso come materiale per essere portato sul grande schermo. Se, nel corso dell'ultimo decennio sono stati vari i tentativi di creare questa liason, dall'imbarazzante Warcraft al recentissimo Uncharted, è proprio con The Last of Us che sembra essere stato raggiunto il picco. La serie infatti si presenta allo spettatore come un'opera confezionata con un'attenzione ai dettagli davvero impressionante: dalla splendida colonna sonora, alla grandezza degli interpreti in scena, passando anche per la capacità di inserire elementi che nel videogioco erano considerati minori e che invece vengono "sfruttati" per arpionare l'emotività dello spettatore che, a sua volta, è appena uscito da una pandemia che ha modificato lo stile di vita di chiunque.

The Last of Us funziona soprattutto per questa sua ambizione a presentarsi come opera e non come semplice trasposizione. Non si accontenta di far felice solo lo zoccolo duro dei fan accaniti - e che molto hanno avuto da dire sulle scelte di cast -, né è così trasandato da voler solo intrattenere quegli spettatori che non hanno mai giocato al gioco. The Lost of Us crea un equilibrio perfetto tra questi due mondi, rimanendo fedele all'opera originale, ma allo stesso tempo prendendosi delle libertà narrative con la consapevolezza che la struttura videoludica differisce da quella più meramente "cinematografica". Ma la storia non ne risente, né lo fa la coerenza interna: The Last of Us diventa allora la storia di un padre dal cuore distrutto e di una ragazzina che non ha conosciuto il mondo se non nella sua parte più violenta. Una storia on the road attraverso un'America distrutta e violenta, che può essere tanto lo specchio dei nostri tempi, quanto la concretizzazione dell'emotività dei due protagonisti. Non sorprende che Joel ed Ellie siano davvero il punto focale dell'opera, il centro nevralgico che cattura lo spettatore e lo invita ad andare avanti. Pedro Pascal e Bella Ramsey funzionano perfettamente insieme: i loro volti stanchi, aggressivi, frustrati o spaventati conferiscono all'intera operazione un livello d'umanità che porta spesso chi guarda a versare lacrime amare, con uno struggimento che lo avvicina ai protagonisti. Ed è proprio in questa vicinanza che forse si deve ricercare anche la chiave del successo che la serie avrà: perché sentendo così vicini i protagonisti, preoccupandosi così tanto per le storie messe in campo, lo spettatore arriverà a volerne sempre di più, creando appunto quell'evento televisivo che, ad esempio, era già stato Game of Throne.

The Last of Us, dunque, è assolutamente una serie da non perdere, che entra già di diritto nelle cose più belle che vedremo nel 2023.

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