Bolzano - Ora a confermarlo c'è anche una sentenza della Cassazione. Fare sesso con due donne non è neppure reato. O meglio, non è reato vantarsene, se non si fanno i nomi delle due condiscendenti fanciulle e non si è troppo chiari sul luogo del rapporto. A stabirlo è la Cassazione, che ha deliberato in merito al caso che aveva coinvolto un artigiano altoatesino, condannato dal giudice di pace di Brunico per diffamazione aggravata nei confronti di due sorelle. L'uomo, di professione elettricista aveva per un certo periodo svolto alcuni lavori in un cantiere di proprietà di due sorelle, sviluppando un rapporto che da lavorativo si era evoluto in un ménage che poco di professionale aveva. Un ménage di cui in seguito l'uomo si era vantato con alcuni amici, in occasione di un escursione in montagna, in val Badia.
Non costituisce reato Poteva essere una qualsiasi vanteria senza conseguenza, salvo che tra i compagni d'escursione dell'elettricista si trovava anche un parente delle due sorelle, che aveva prontamente informato il padre, il quale aveva ben pensato di sporgere denuncia per diffamazione nei confronti del malcapitato, ansioso di proteggere l'onore delle due figliole dai racconti erotici dell'uomo. Una denuncia che aveva avuto seguito, con la decisione del Giudice di pace di condannare l'elettricista.
Condanna che è ora stata ribaltata in sede di Cassazione. Secondo il giudice raccontare le proprie esperienze erotiche non costituisce reato di diffamazione, a patto che abbia l'accortezza di non fare nomi e non essere troppo espliciti riguardo ai luoghi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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