«Sesto, il rogo è stato doloso»

A ventiquattro ore di distanza dall’incendio che ha distrutto il campo nomadi tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, spente le fiamme, in città scoppia la polemica. A far discutere innanzitutto le cause. Se per le forze dell’ordine il rogo potrebbe essere accidentale, per i romeni che vi vivevano il fuoco sarebbe stato provocato da una bottiglia incendiaria lanciata dalla vicina autostrada Milano-Venezia, pochi minuti prima che chiudesse per i lavori di ampliamento della quarta corsia.
I cittadini dell’Est, fuggiti appena si sono resi conto che il fuoco si stava propagando rapidamente a una quarantina di baracche costruite con legno e altri materiali di fortuna, hanno infatti puntato il dito contro un gruppo di nord africani che una settimana prima gli avevano intimato di andarsene dal campo. Secondo gli abusivi i marocchini avrebbero inoltre esploso alcuni colpi di pistola, anche se la polizia non ha trovato bossoli.
Il campo ieri è stato visitato dalle autorità cittadine mentre le associazioni di volontariato si sono subito attivate per portare acqua e cibo ai nomadi. Già in campagna elettorale Giuseppe Pasini, candidato sindaco del centrodestra, aveva chiesto, insieme ad alcuni residenti che avevano raccolto centinaia di firme, lo sgombero dell’area.

Sabato pomeriggio la sezione cittadina di Alleanza nazionale aveva invece chiesto l’abbattimento dei campi abusivi a Sesto e la definizione di un programma di interventi per la lotta all’accattonaggio, al commercio abusivo e al fenomeno della prostituzione.

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