L'Expo del 2015 per molti è ancora una nebulosa. Forse anche per chi ci lavora. A sentire parlare i suoi responsabili dei soldi che ci vorrebbero e che ancora non ci sono si ha spesso questa sensazione.
In questa settimana a Milano c'è l'evento più vivace che da anni questa città riesce a mettere in piedi, il Salone del Mobile.
Benedetto salone: per l'economia di Milano, della Lombardia e dell'Italia, per la gente comune, per i commercianti, per il ruolo internazionale di Milano, per la cultura, per la comunicazione, per i giovani, per l'attrattiva, per la Fiera, per l'immagine di Milano di cui si parla ininterrottamente per tutto l'anno e in questa settimana si lancia più che nelle restanti cinquantuno settimane. E tanto altro.
Tutto questo fuso insieme, ben organizzato, che vuol dire non burocraticamente ma agilmente e vivacemente. In questa settimana a Milano si ha l'impressione di vivere nella vivacità di Barcellona o di qualche altra grande città europea come Parigi.
L'Expo ce lo possiamo immaginare così? Possiamo pensare che potremo respirare un po' d'aria buona anche a Milano tale che uno, in Italia, anche giovane, come nella settimana del mobile, desideri venire qui a passare qualche giorno perché ha l'idea e la realtà di immergersi in qualcosa di autenticamente internazionale e bello come questa città e l'Italia si meritano?
E possiamo osare sperando che anche nel tempo che ci separa dal 2015 si possano vivere settimane Expo di livello come quelle del Salone del Mobile? E siccome tra la sede dell'Expo e quella di coloro che organizzano tutto quell'ambaradan del mobile ci sono poche centinaia di metri, magari senza scervellarsi troppo, non potrebbero cercare una collaborazione e farsi insegnare come si fa? Anche perché perderebbero tempo se cercassero aiuto da altri che non sanno fare e lo dimostra il fatto che cose così non ne hanno mai fatte. Certo, altra cose belle in questa città ne sono state fatte. Come non ricordare la autentica rinascita della Triennale ad opera di Davide Rampello? E dopo? In molti potrebbero dire: vi siete scordati questo, vi siete scordati quello. Certamente non ci siamo scordati qualcosa di simile a quello che sta succedendo in questa settimana a Milano.
Allora l'Expo è un'occasione straordinaria per fare tutto questo. Sappiamo bene che il business è altrove, nel cemento e che sempre quando si preparano cose anche straordinarie c'è chi vede solo metri quadri o cubi. E sia sistemata questa questione in fretta. Si controlli che ci sia meno malavita possibile. Si faccia un gran piano dove siano soddisfatti gli appetiti di questi che a furia di star tra il cemento son tutti affetti da miopia e non vedono da qui a lì. Si plachino i cerberi della situazione e si proceda ad altro. Possibile mai che senza costruire qualche palazzo, albergo, casa e negozio si abbia l'impressione che non si possa fare niente di grande, niente che rimanga? Ma scherziamo?
Creda, presidente Stanca, facendo cose simili a quelle di questa settimana a Milano, sarà difficile resistere a questo progetto da parte della politica, dell'economia e forse anche della finanza. Certamente impossibile da parte della cultura e della gente, giovani compresi, milanesi e lombardi compresi, stranieri compresi.
Ad oggi l'unica cosa chiara che si è capita è che è stato vinto da Milano e dall'Italia. Certamente non è poco.
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