Bistrattato dal governo, in Lombardia il design non fa certo la parte di Cenerentola. Tuttaltro. La Regione sta pensando a nuove misure per sostenere gli imprenditori del mobile. «Abbiamo fatto per intero la nostra parte e continueremo a farla anche in futuro - annuncia il presidente lombardo Roberto Formigoni -. Ho già in mente di convocare un incontro per esaminare la situazione e per studiare nuove misure». Mentre la Camera di Commercio di Monza e Brianza chiede di nominare un assessore al Design (neanche a dirlo, brianzolo), il mondo dellartigianato sarà rappresentato anche nella prossima giunta e «la vicinanza agli artigiani lombardi - conferma il governatore - sarà sempre totale».
Dalla parte degli arredatori cè anche Confindustria. La presidente Emma Marcegaglia ricalca il grido di dolore lanciato dal mondo del mobile e lancia un appello: «Il governo dia incentivi al design». E lo fa proprio nel giorno dellinaugurazione del Salone del mobile che, tra eventi ed esposizioni, ha già mandato in tilt il traffico di mezza città. «In un Paese che per problemi di debito pubblico non ha avuto di fatto un pacchetto di stimolo e che ha pochi mezzi a disposizione - spiega la Marcegaglia -, sono rimasti fuori dagli incentivi alcuni settori fondamentali come quelli del mobile e dellarredo». Come a dire: va bene la crisi, va bene i tagli, ma non dimentichiamoci di chi fa girare il motore delleconomia. Insomma, per gli arredatori e gli imprenditori del settore del mobile si apre uno scenario interessante. Una boccata di ossigeno dopo lannus horribilis (il 2009) e un 2010 che si è aperto con incentivi «più poveri di quelli annunciati, deludendo i consumatori e posticipando gli acquisti». Facendo un bilancio degli aiuti (miseri, a detta dei designer) concessi finora dal governo, il presidente di FederLegnoArredo Rosario Messina sostiene che sia «singolare il modo in cui sono stati concessi gli incentivi perché, se cè una cosa che non si può e non si deve sfruttare, è leffetto annuncio».
In sostanza, arredatori e Cosmit (la società che ha organizzato il Salone) lamentano: «Prima sono stati annunciati incentivi di dimensioni roboanti, con leffetto di ritardare i pochi consumi che si sarebbero realizzati. Poi gli incentivi si sono rivelati molto più poveri di quelli annunciati con leffetto di deludere i consumatori e di rimandare ancora gli acquisti».
Insomma, dopo aver punzecchiato il mondo della moda, a cui vanno gli aiuti economici più consistenti, gli arredatori non ci stanno proprio a fare il fanalino di coda ma puntano, senza mezze misure, al riscatto della categoria. E dalla loro parte hanno i numeri: in questi giorni sono attesi in città 300mila visitatori e le novità presentate dagli stilisti dellarredo sono più di 10mila. Davanti a una crisi che si sta rivelando più mordente del previsto, il mondo del mobile rilancia con le idee e con la creatività. E spera di recuperare quegli 8 miliardi di fatturato in meno registrati lanno scorso: dai 40 miliardi incassati nel 2008, i bilanci del 2009 avevano visto un calo a 32 miliardi.
Per recuperare, alcune case puntano sui grandi classici del design (Ponti, Jacobsen, Saarinen, Joe Colombo): prodotti eterni che piacciono e che vendono.
Altri sperimentano, lanciandosi in stili tuttaltro che sobri e lineari.
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