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Francia, nominato il centrista François Bayrou come nuovo premier
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«Un settore trainante, seguirlo è doveroso»

Quando non c'è tutti mormorano, quando arriva fa parlar di se come nessun altro.
Oseremo definirlo il personaggio italico, nel bene e nel male, più chiacchierato e imitato, qualunque cosa faccia finisce su giornali e televisioni.
I suoi look, studiati e furbini, non passano inosservati e la sua esuberanza talvolta lascia perplessi.
Stiamo ovviamente parlando del Lapo nazionale, che pare stia cercando casa a Milano per essere più vicino ad una nuova «fiamma»: il design.
Alla presentazione, nello show-room Meritalia, dei suoi primi progetti di arredamento era presente tutto il mondo che Lapo adora, assolutamente trasversale: dall'elegante cugino Teodorani al colorato graffitaro, dalla nobildonna meneghina al leoncavallino ripulito, dalle soubrette Yvonne Sciò e Elenoire Casalegno a modelle ( e modelli ) in erba, dallo stilista di grido Renzo Rosso al giovane creativo. Tutto e il contrario di tutto, come sempre.
Già l'invito prometteva bene: «Lapo meat Gaetano Pesce».
Il diavolo e l'acquasanta, l'icona della trasgressione incontra il mostro sacro del design italiano.
A vederli assieme, incredibilmente sembrano una coppia amica da sempre; affiatati, abbracciati e sorridenti. Un pochino fuori dalle righe il rampollo torinese, in giacca bianca, babbucce d'ordinanza vellutate e capelli tutto gel, mostra con orgoglio la sua collezione «Officina», composta da un tavolo da pranzo «Roll Roll» in cristallo, da un tavolino «Boing Boing» in fibra di vetro e per finire una lampada «Wroom Wroom» in acciaio. Non c'è che dire: i nomi sono tutto un programma, un trittico da prendere ovviamente con le molle, visto che Lapo ci confida di essere assai affascinato dall'estetica tecnologica, cosicchè anche un povero bullone può divenire sofisticato e prezioso come un gioiello. Beh, se lo dice lui ! Nel frattempo il party impazza, una folla oceanica blocca la via e osserva il nipotino ribelle mostrarsi in vetrina, come da perfetto stile Vanity Fair; salta come un grillo da un tavolo all'altro e saluta tutti, ma proprio tutti, con abbracci e strizzatine d'occhio. Fuori lo aspetta un van nero dai vetri oscurati, sul quale sale all'improvviso per scomparire nella notte milanese. Che dire? Lapo ha iniziato la carriera occupandosi delle auto di famiglia, poi è passato alle felpe e agli occhiali.

Poco tempo fa si è dedicato alla gioielleria e adesso punta al design. Noi non conosciamo i risultati di cotante attività e iniziative, ma ci auguriamo solamente di non vedere mai un giorno un paio di mutande griffate LAPO UNDERWEAR !

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