ParigiHanno ancora senso le sfilate-spettacolo con scenografie e abiti ai confini della realtà? Antonio Marras dice no ma la collezione Kenzo del prossimo inverno in passerella ieri a Parigi era talmente armoniosa ed elegante da reggere senza messa in scena il racconto di una bella donna che scappa dalla Russia dopo la rivoluzione dottobre e approda a Parigi dove adatta alle esigenze dellalta moda francese un guardaroba fatto di giacche e cappotti militari, pellicce povere ma belle, capi ricamati a mano nelle sartorie degli zar e i tipici foulard colorati da contadina degli Urali.
I vestiti erano belli, gli accessori perfetti (dai macro-gioielli effetto ambra agli stivali trasformabili in stivaletti) e lo stile di gran gusto, e alla fine la svolta minimal sul set si è rivelata provvidenziale. Non si può dire altrettanto per Alexander McQueen che ha fatto realizzare al centro della passerella una gigantesca installazione fatta di rifiuti e avanzi delle sue precedenti scenografie. La collezione era infatti dedicata al riciclaggio inteso anche come recupero delle proprie idee migliori. Tutto questo non giustifica la riproposta di tailleur fatti alla fine degli anni Novanta e soprattutto linquietante styling delle donne con labbra a canotto gonfiate a dismisura e acconciature peraltro realizzate da Philip Treacy (il cappellaio più famoso del mondo) con sacchi della spazzatura, barattoli vuoti, ombrelli usa e getta e vecchi cerchioni dautomobili.
Se questo è un genio cosa si può dire di chi sa far quadrare il cerchio tra la moda, i tempi in cui viviamo e il lusso estremo di una griffe come Hermès? Jean Paul Gaultier che da qualche anno disegna leleganza da straricchi del marchio francese, anche stavolta ha dimostrato che si può proporre un meraviglioso giubbotto da aviatore in coccodrillo color cioccolato senza far innervosire che vive di stipendio. Il mondo lussuoso di Hermès rimane comunque un punto di riferimento quando bisogna costruire lidea di un lusso possibile. Hannah McGibbon, un passato come assistente di Phoebe Philo e di Valentino Garavani, ha mandato in scena per la sua seconda collezione disegnata per Chloè, cappotti coperta cammello e giacche di cashmere strette da piccole cinture di pelle piuttosto che tute di suede portate su tacchi alti e sottili che facevano pensare appunto a Hermès. Ma limponenza delle enormi borse in cuoio e struzzo che di sicuro diventeranno i must have del prossimo inverno riportavano presto lattenzione sulla capacità di Chloè di intercettare i desideri delle giovani donne che seguono la moda.
Una via privilegiata per arrivare al cuore delle donne che conosce molto bene lo stilista libanese Elie Saab: una serie di magnifici tubini e i vestiti da sera in chiffon drappeggiato da mani impagabili mandavano in visibilio le signore.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.