Leggi il settimanale

Sfilata di vip e autorità alla Casa dello sport «È un simbolo di civiltà»

Le note di We are the champions, mitica canzone dei Queen, non potevano essere colonna sonora migliore. Anche perché ieri in via Piranesi, a due passi da Linate, c’erano tutti ma propri tutti schierati in pompa magna, i vertici delle istituzioni lombarde giunti a tagliare il nastro della nuova casa dello sport che da oggi riunirà in un unico palazzo gli uffici di tutte le federazioni. «Una vera gioia perché erano 36 anni che il Coni non si riuniva nella nostra città», ha fatto gli onori di casa Letizia Moratti, dopo le foto ufficiali accanto al governatore Formigoni e al presidente della provincia Podestà con lo sfondo dei cinque cerchi olimpici stampigliati sulla facciata dell’edificio. Costato al Coni 36 milioni. «Tutto sommato un affare», ha commentato soddisfatto il presidente Gianni Petrucci, visto che le varie sedi sparpagliate per la città ospitanti gli uffici di sport invernali e estivi costavano all’incirca tre milioni di euro d’affitto. «Esattamente quello che ci costerà il mutuo per questo palazzo», ora in grado di riunire gli uffici di federazioni, comitati provinciali e regionali, enti di promozioni e associazioni varie. Investimento immobiliare a parte, l’inaugurazione di ieri è stata l’occasione per riunire, caso più unico che raro, il gotha milanese su un tema caro a molti cittadini, utenti o semplici tifosi. E mai come stavolta il sindaco Moratti si è sentita coinvolta anche sotto il profilo familiare quando, con orgoglio, ha snocciolato i fiori all’occhiello di una città che conta non solo nel calcio società sportive di caratura internazionale. E a proposito di internazionale, il cognato Massimo si è anch’egli materializzato per darle man forte, nonchè per bilanciare la presenza di Adriano Galliani, ringalluzzito dall’allungo rossonero in classifica.
Tutti insieme appassionatamente a sottolineare come, campionato e Champion’s league a parte, la Lombardia sia in Italia la più titolata tra le regioni dello sport, visto che da sola detiene il 20 per cento del medagliere olimpico. «Questo non è un palazzo ma un simbolo», hanno dichiarato in coro le istituzioni, «simbolo di valori umani, di civiltà e di educazione». Ognuno, ovviamente, ci ha messo del suo. Il sindaco ne ha approfittato per agganciarsi al tema dell’Expo, «che è dedicato alla nutrizione e quindi pure alle abitudini vita», ma anche per annunciare gli accordi tra Comune e Coni sull’ampliamento delle attività sportive nelle scuole, sulla ristrutturazione di 23 palestre pubbliche e sull’ammodernamento degli impianti cittadini. Argomento scottante visto che sulle polisportive, piscine comprese, Milano non brilla di certo. Forse l’Expo ci salverà. Formigoni e Podestà hanno invece celebrato l’evento anche in nome del 150simo dell’Unità, considerato che lo sport è da sempre uno dei maggiori collanti popolari nei confronti del tricolore e fa dimenticare anche il federalismo. E così mentre i vertici del Coni ringraziavano per lo sportivo laissez-faire lombardo verso la candidatura capitolina alle Olimpiadi 2020, il presidente Podestà ne approfittato per proporne un’altra: l’Idroscalo come sede per ospitare i campionati mondiali di canoa che si svolgeranno nel 2015. «Sì, abbiamo un sogno che, anche grazie al contributo della Regione, confidiamo di realizzare.

Abbiamo siglato un accordo con i Comuni di Segrate e Peschiera Borromeo che prevede l’accorpamento all’Idroscalo di un’area di oltre 300.000 metri quadrati in grado di ospitare uno Stadio olimpico del nuoto». E almeno oggi un sogno olimpico non costa nulla.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica