Cronache

Sfoghi on line di un genoano in trasferta

Facebook è un concentrato di pensieri in libertà, di frasi a volte buttate lì di corsa, a volte pensate per condividere con gli amici uno stato d’animo. Quasi sempre, ogni pagina è destinata a sparire presto, a essere coperta da un’altra. Paolo Bertuccio, giornalista genovese e genoano in «trasferta» in Romagna, ha seclto di non buttare via tutte queste pagine, ma di sfogliarle ancora e stamparle su un book tradizionale, in carta e inchiostro, forse per segnare inconsapevolmente la superiorità del fruscio e del piacere di tenere in mano quello che si legge. Ne è nata una specie di pamphlet, una raccolta di moderni aforismi nati per computer e per gli amici.
Con «Quel che è stato è stato», Bertuccio si racconta e racconta con un sorriso, due anni di sensazioni. E da buon giornalista non lascia fuori se stesso e la vita in redazione. A cominciare dall’organizzata confusione che deve regnare su ogni scrivania: «Donna delle pulizie, quanto prendi? Bé, io ti do il doppio per non toccare più la mia scrivania: dov’è quel foglio dove ieri sera mi sono segnato i dati e il numero di telefono per il pezzo che devo fare oggi?». Magari un pezzo di cronaca nera. Mai facile: «“Lo hanno tradotto nella locale casa circondariale”... Ma sono io che tutti i giorni devo tradurre i carabinieri!». E i problemi per andare in stampa sono sempre dietro l’angolo: «Da ore il grafico non risponde. È morto? Bisognerà mettere una necrologia. Chiamiamo il grafico!». Che se risponde, il grafico, a volte è pure peggio: «Io: “non fa le anteprime”. Il grafico: “Tranquillo, stanno in coda”. Siamo il Ronco Bilaccio del giornalismo». Poi uno si spiega il perché di certe «doti» del giornalista: «E dopo 5 anni, l’illuminazione. Non è che sono sempre nervoso a causa del lavoro: è che questo lavoro non lo puoi fare se non sei nervoso».
Certe cose si imparano fin da subito. E vanno attualizzate ogni giorno: «Corso di giornalismo, prima lezione. La notizia. La notizia è un fatto che si distingue dall’ordinario e a volte sovverte la logica. Per esempio un uomo che morde un cane. O un Premio Nobel per la Pace che bombarda un Paese». È il giorno della guerra in Libia. E Bertuccio è scosso: «Che poi io abito vicino a via Tripoli e a via Bengasi. Speriam bene». Tanto vale farcisi una risata a denti stretti su quell’«Operazione Odissea» scatenata in Libia: «Quindi bisognava ricorrere all’omero per risolvere la frattura scomposta della Libia». Ma un genovese in trasferta, prima che un giornalista, è un genovese. In questo caso, anche un genoano. E su facebook inevitabilmente molti messaggi sono in rossoblù. Il derby, quello storico del 2-1 di Boselli, non poteva non ispirare: «Ma è un argentino, uno che abbiamo preso in Inghilterra rotto, avrà giocato mezz’ora in tutto. Ma sì, è il solito cambio che metti uno dentro sperando che devii il pallone in porta con l’orecchio sinistro, ma cosa vuoi che faccia? Mai stato così felice di aver detto una belinata». Eh sì, a volte molto meglio sbagliare: «31 agosto 2008: filtro e pompa benzina andati, rimasto a bagno a Rovereto, urla e turpiloquio, salasso economico. Arriva Milito. 31 agosto 2011: tagliando, tranquilla sostituzione del filtro gas, tutto in giornata. Arriva Caracciolo. Forse dovevo sabotarla nottetempo, la macchina». Il Genoa c’entra sempre, anche quando la tv annuncia che «Amanda (Knox) è libera», proprio come la canzone di Albano Carrisi: «E io ho scritto alcune canzoni che vorrei sottoporre ad Albano. Si intitolano “Paolo ha vinto al Superenalotto” e “Il Genoa è in Champions”». Perché a volte, essere tifosi è dura, specie dopo una sconfitta, come quella a Firenze con gol di Santana: «Santana chitarrista: Samba pa ti; Santana calciatore: Ti me fae patì». Il calcio che detta i tempi della vita: «Sciopero dei calciatori in occasione della sedicesima giornata d’andata. “La decisione s’è resa necessaria - spiega il presidente sindacato calciatori - appena si è saputo che, incastrando miracolosamente i giorni di riposo, quel fine settimana Paolo Bertuccio sarebbe riuscito ad andare allo stadio». O ancora: «I calciatori scioperano. Le mogli e le fidanzate dei tifosi: “Grazie per la splendida serrata”».
Ma ogni cosa può fornire l’ispirazione per una freddura, un attimo di stacco, un sorriso su un’amara considerazione: «Italia’s got talmente talent che deve fare i titoli delle trasmissioni in inglese». La strage in Norvegia: «Anchè su di lì c’è fiordi terroristi». I continui rincari: «La benzina sta a uno e settanta. Tra dieci centimetri affogo». O un po' di puro veleno: «Ti piace l'ultimo disco dei Negramaro? Sì, a patto che sia davvero l'ultimo». Magari un pizzico di piccante: «Il settebello è campione del mondo: noi uomini durex»; «Selene si è sposata. È come comprare una Porsche con 300mila chilometri»; «Protesto formalmente. Alle fiere dei mestieri antichi non viene mai rappresentato il più antico. Come mai?»
Non manca il gossip: «Kate Middleton è la ragazza della porta accanto. Solo che i monarchi hanno dei palazzi grossi con estesi parchi, quindi la porta accanto è a diversi chilometri di distanza». O le citazioni storiche: «Hic sunt leones, disse il guardiano ubriaco dello zoo nel 50 avanti Cristo». I proverbi: «Il riso abbonda sulla testa degli sposi». Le tradizioni: «A Sant'Ambrogio i milanesi vanno su internet a comprare i regalini. È la fiera degli Ebay Ebay». L'autoironia: «Anch'io vincerò il bronzo europeo dei 100 Rana, quando l'acqua sarà sostituita dai tortellini». I consigli cinematografici: «Olga è andata a vedere Twilight e grazie al suo dettagliato racconto apprendo che il vampiro e la ragazza vanno in luna di miele su un'isola tropicale, ove l'attività peculiare è prendere il sole in spiaggia.

Un vampiro! Ma andate in Lapponia o a Piacenza, deficienti». Senza mai dimenticare la sua Genova: «Olga mi ha inviato un mms con una foto di Castelletto, ma allora perché mentre il mio cellulare la apriva c'era scritto "Caricamento"»?

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