Lo sfogo di Silvio: è un’indecenza

L’amarezza di Berlusconi per la richiesta di condanna nel processo Mills: "Se i giudici andassero contro un cittadino normale per lui sarebbe la fine"

Lo sfogo di Silvio: è un’indecenza

Roma - Il fuoco di fila che arriva dai dirigenti del Pdl sul pm De Pasquale che ha appena concluso la sua arringa al processo Mills chiedendo la condanna a cinque anni per Berlusconi non è altro che lo specchio dell’umore del Cavaliere. Chiuso in quel di Arcore, l’ex premier non è affatto tenero nei suoi sfoghi di giornata per quella che considera «un’indecenza» e «una porcata». L’ultimo tentativo - confida in privato - di «sputtanare la mia immagine nel mondo» con la richiesta di una condanna a cinque anni nonostante il presunto reato sia già prescritto. Già, perché secondo i calcoli più neutrali (non quelli di Ghedini né quelli di De Pasquale, dunque) la prescrizione sarebbe scattata ormai da due giorni e quindi il collegio giudicante non potrà che prenderne atto quando il 25 febbraio si riunirà in camera di consiglio.
Anche per questo Berlusconi è nero, perché - ripete in privato - il tentativo è quello di «far comunque passare il messaggio che sono colpevole». Con un timore che non è affatto un dettaglio. Se davvero avesse ragione il capogruppo del Pdl alla Camera Cicchitto quando parla di «tribunale speciale che opera legibus solutus e considera la data della prescrizione un optional», allora si potrebbe anche temere che i giudici arrivino sì a una condanna pur nella consapevolezza che il reato sarebbe comunque dichiarato estinto davanti al ricorso della difesa. La notizia farebbe comunque il giro del mondo e il titolo di giornali e tg e poco male se poi, fra qualche mese, si venisse a sapere che quella condanna in realtà non esiste.
Ecco perché il Cavaliere è letteralmente fuori di sé, nonostante abbia gradito l’appello di Napolitano che ieri al Csm ha invitato i magistrati a «mettere fine alle condotte inopportune». Pubblicamente, però, Berlusconi continua a dare retta agli inviti alla prudenza di Letta e si limita a dire la sua ma senza affondare colpi. «In tribunale - dice arrivando allo stadio per Milan-Arsenal - non soffro per me ma per gli italiani. Io sono strutturato per resistere ma se questi andassero contro un cittadino normale per lui sarebbe la fine». Chissà se riuscirà a mordersi la lingua anche questa mattina quando alle 8.30 sarà ospite de La telefonata su Canale 5. Di certo c’è che ieri mezzo partito è insorto contro De Pasquale e il «disegno politico» della magistratura. «I pm di Milano - arriva a dire il presidente dei senatori del Pdl Gasparri - farneticano». E a dire la sua è anche Alfano con tanto di nota ad hoc. «A Milano - attacca il segretario del Pdl - stanno inseguendo una sentenza politica. Una corsa contro il tempo per incassare una condanna che, se arrivasse, non sarebbe efficace poiché si prescriverebbe. I magistrati di Milano puntano a consegnare una sentenza per un utilizzo politico».
Fra pochi giorni si vedrà. Di certo c’è che un condanna del Cavaliere potrebbe avere effetti anche sulla maggioranza che sostiene il governo. Perché, ragiona un dirigente di primo piano di via dell’Umiltà, «se la risposta al comportamento responsabile di Berlusconi e del Pdl è l’andare avanti con la persecuzione giudiziaria non possiamo certo stare lì fermi a guardare».

Insomma, una condanna per Mills potrebbe anche far venire la tentazione al Cavaliere di ribaltare il tavolo. O comunque di cambiare passo. E a via dell’Umiltà, tra i tanti che fin dall’inizio Monti lo sostengono turandosi il naso, c’è anche chi ci spera.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica