Sgarbi diventa writer

(...) La passione per il dipinto postmoderno su muro cittadino, grazie anche alla dirompente carica del critico-assessore sempre in bilico tra la performance dottor Jeckyll e quella mister Hyde, sta dunque contagiando anche i piani alti di Palazzo Marino. Meglio sulle vetrine della Rinascente che sui palazzi, dirà qualcuno. Ad esultare, per il momento, è Davide «Atomo» Tinelli, anima dei centri sociali e grande «affrescatore» di muri. «Una grande idea - sorride l’ex consigliere comunale nei banchi di Rifondazione comunista -. Finalmente Sgarbi cambia ruolo. Passa dall’essere semplicemente un critico d’arte, a uno che l’arte la fa sul serio. Una bella scarica di adrenalina per Milano». E rivela, ma non è un mistero, che solo qualche «bigotto» dentro l’amministrazione gli ha impedito, grazie alla sua lunga esperienza di graffitaro, di essere nominato consulente per l’assessorato. «Ma mai come oggi - aggiunge soddisfatto - tutti vogliono i murales. Negozianti, signore, insospettabili famiglie bene. Ormai siamo diventati di moda». E il lavoro non manca.

Anche perché Sgarbi non perde occasione per incitare i giovani artisti a liberare la loro creatività. Prima sugli «orribili» palazzi recentemente costruiti in città. Poi, addirittura, sul tetro orgoglio dell’era Albertini. «Sugli Arcimboldi - si diverte a provocare - l’intervento dei graffitari è vivamente auspicato».

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