Non cè solo lAgo e il filo di piazza Cadorna da spostare in un parco. Nello stesso parco ci potrebbe stare anche la grande statua nera di Mirò che troneggia dallamministrazione Pillitteri a oggi in via Senato di fronte a un edificio del 700. «Che ci sta a fare lì», tuona Vittorio Sgarbi che divide in due categorie le brutture milanesi: quelle che hanno bisogno di una nuova - e più adatta - collocazione e quelle che bisogna avere il coraggio di eliminare. Insomma, da una parte quelle da far sparire. Dallaltra quelle da buttare e/o abbattere.
«Ago e filo» e Mirò che il critico bolla come «uno sgorbio, stanno nella prima. Nella seconda in testa cè il monumento a Pertini, opera di Aldo Rossi definita «un pisciatoio».
A seguire la lista si allunga con «il pennacchio dei carabinieri» di piazza Diaz, «la pigna di San Babila», lArco della Pace da rivedere, «le pecore nei giardini Montanelli, una cosa invereconda».
Sgarbi: «Ecco cosa cè da buttare di Milano»
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