Sgarbi: «La mostra gay si farà. E con Luxuria»

La mostra annullata su arte e omosessualità, «Vade retro» si farà, annuncia Vittorio Sgarbi, in polemica con le indiscrezioni di stampa, presentando nello storico Hotel de Russie a Roma (perché abbia più risonanza) «La bella estate», musica teatro, film e 15 rassegne d’arte promosse dal Comune di Milano (da luglio a novembre, biglietto unico 21 euro). Una mostra controversa e bellissima, dice (Palazzo della Ragione, 10 luglio) con testo introduttivo di Wladimir Luxuria. «Non esiste provocazione e scandalo». Si va dal barone Von Gloeden, che all’inizio del secolo ritraeva i giovani contadini come dei, agli scatti estetizzanti di Mapplethorpe, a quelli patinati di Pierre e Gille e alle opere di De Pisis, Hockney, Warhol. Una scelta, quella di Sgarbi, a cui ha subito replicato Carlo Fidanza, capogruppo di An a Palazzo Marino: «La scelta di Luxuria come madrina della manifestazione è decisamente inopportuna - spiega -. Non si può avere un sindaco che va al Family Day e un assessore alla Cultura che sceglie Luxuria come testimonial».
Fra gli elementi di maggior interesse della «Bella estate», la mostra su Botero a Palazzo Reale, ma anche il ciclo sul carcere iracheno di Abu Grahib e in catalogo un testo molto critico su Bush di Erika Jong. A Palazzo Reale (dal 13 luglio) la sfida più radicale, in contrapposizione aperta con Venezia, la mostra «Arte italiana 1968-2007 Pittura». 40 anni non solo di arte povera o transavanguardia, di Chia o Cucchi, ma anche di Tadini, Adami, Clerici, Gnoli. Insomma «tutto quello che alla Biennale di Venezia non avete visto». Da non perdere a Palazzo Reale (dal 4 luglio), nella Sala delle Cariatidi, a terra per dare l’impressione del popolo che avanza, l’icona del socialismo «Il Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo. Gli fanno da allestimento le sculture e gli obelischi di Ivan Theimer. Stessa sede (dal 12 luglio) per i dipinti dal cromatismo vivissimo di Mario Cavaglieri, e in 4 nuove sale (700 mq) gli oggetti di designer dal ’30 al ’50 di Giò Ponti.

E ancora i dipinti di Gianfranco Ferroni, di Julian Shnabel, le sculture di Stephan Balkenhol e di Lodola, le foto africane di Moravia. Davanti alla Stazione Centrale le sculture monumentali di Metzler e alla Malpensa uno studio per le «Les Demoiselles d’Avignon» di Picasso.

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