(...)Ora sono proprio gli intellettuali di sinistra che si ricredono e vogliono conservarlo, assurdo che a volerlo distruggere sia una giunta di centrodestra». Considerazione estetiche approvate un po da tutti, salvo richiamare al rispetto degli impegni. «In questa città - la ramanzina della Moratti davanti a capogruppo e assessori -, è importante ribadire la forza del diritto. Anchio non ero daccordo su alcuni progetti, ma cerano degli impegni e io li ho rispettati».
«Raccomandazione superflua - la replica di Sgarbi a vertice concluso -. Non ho mai pensato di violare la legge. Dico semplicemente che Gallera parla di un piano amministrativo sul quale Longoni ha il diritto di andare avanti, io tento di evitare uno scempio. E aggiungo che sia Longoni che Rigotti, il suo finanziatore, sono daccordo con me sulla necessità di rispettare lopera di Cassi Ramelli. Oltretutto impiegando meno tempo e molto meno soldi». Nel frattempo individua una «via duscita». «Basta che lerede, Paolo Cassi Ramelli, invochi il diritto d'autore per difendere lopera del padre. Quando si è pensato di smontare il monumento a Pertini, non si è potuto fare perché gli eredi di Rossi si sono opposti. Non vedo perché gli eredi di Cassi Ramelli non possano fare altrettanto, per impedire che si distrugga qualcosa che è nella storia dellarchitettura». La soluzione? Probabilmente a metà, suggerisce il vicesindaco di lungo corso Riccardo De Corato. «Sì ad eventuali miglioramenti - assicura -, ma nessuna modifica sostanziale al progetto che ha vinto lappalto». Il rischio sono le richieste di danni al Comune e i ricorsi che potrebbero far slittare di anni la ristrutturazione del Lirico chiuso ormai da troppo tempo. Lappuntamento della Moratti con Longoni è già fissato per lunedì, giorno in cui a Palazzo Marino ci sarà anche il consiglio straordinario sui teatri. E il centrosinistra promette battaglia. «I teatri milanesi - attacca il consigliere dellUlivo Pierfrancesco Majorino -, non meritano lo spettacolo penoso a cui li sta costringendo un centrodestra che litiga sui posti e le poltrone ma che non sa indicare un chiaro progetto per la città».
«Milano rispetta le regole - replica il capodelegazione di Fi Giovanni Terzi -, e lesito delle gare non può essere messo in discussone. La Moratti ha fatto un miracolo riportando Sgarbi al rispetto delle regole. E poi il Lirico non lha fatto Ramelli. È un teatro neoclassico fine 700 contemporaneo della Scala che larchitetto ha ristrutturato negli anni Trenta dopo un incendio».
Sgarbi: «Resto alla Cultura per almeno un ventennio»
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