Andrea Tornielli
da Roma
È stato il fondatore di una delle nuove comunità più vive e dinamiche, i Legionari di Cristo, ma nel 1998 otto ex seminaristi lo avevano accusato di abusi sessuali. Accuse vecchie, che si riferivano a un arco di tempo compreso tra gli anni Quaranta e Sessanta. Ora, padre Marcial Maciel Degollado, prete messicano di 86 anni, è stato «invitato» dal Papa e dalla Congregazione per la dottrina della fede, a ritirarsi a vita assolutamente privata «rinunciando ad ogni ministero pubblico»: di fatto la Santa Sede, che ha deciso di non processarlo data letà e le non buone condizioni di salute, riconosce che quelle accuse avevano un fondamento. La notizia dei provvedimenti contro il fondatore dei Legionari era stata anticipata giovedì sera da John Allen, giornalista del National Catholic Reporter, e ieri la Sala Stampa vaticana ha confermato tutto con un comunicato.
«A partire dal 1998 si legge nel testo la Congregazione per la dottrina della fede ricevette accuse, già in parte rese pubbliche, contro il reverendo Marcial Maciel Degollado, fondatore della Congregazione dei Legionari di Cristo, per delitti riservati allesclusiva competenza del Dicastero», vale a dire per quei delitti più gravi quali sono gli abusi sessuali commessi da sacerdoti. Nel 2002, ricorda la nota vaticana, padre Maciel «pubblicò una dichiarazione per negare le accuse e per esprimere il suo dispiacere per loffesa recatagli da alcuni ex Legionari di Cristo» e nel 2005, per motivi di età avanzata, «si ritirò dallufficio di Superiore Generale della Congregazione dei Legionari di Cristo». «Tutti questi elementi continua il comunicato - sono stati oggetto di maturo esame da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede» e proprio lallora cardinale Joseph Ratzinger aveva autorizzato uninvestigazione delle accuse. Poi quel cardinale, che durante le meditazioni della Via Crucis del 2005 aveva parlato della «sporcizia» presente nella Chiesa, è diventato Papa. Così, «dopo aver sottomesso le risultanze dellinvestigazione ad attento studio, la Congregazione per la dottrina della Fede», guidata dal nuovo Prefetto, William Levada, «ha deciso - tenendo conto sia delletà avanzata del Rev.do Maciel che della sua salute cagionevole - di rinunciare ad un processo canonico e di invitare il padre ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico. Il Santo Padre ha approvato queste decisioni». Dunque Maciel non sarà processato, non ci saranno sanzioni canoniche vere e proprie. Ma quella frase finale è altrettanto pesante: non si inviterebbe il fondatore di una congregazione religiosa a ritirarsi rinunciando a «ogni ministero pubblico» se le indagini avessero appurato che si trattava di una montatura. Per rivolgere quellinvito, evidentemente, lex SantUffizio, in accordo con il Pontefice, deve aver avuto elementi che portano a confermare almeno in parte le accuse. Già nel 1956, nellultima fase del pontificato di Pio XII, padre Maciel era stato accusato di molestie sessuali e per due anni sospeso dallincarico di superiore dei Legionari, dove venne reinsediato dopo uninchiesta che allepoca evidentemente non aveva portato a nulla. Gli otto accusatori del sacerdote sono stati tutti suoi allievi e oggi hanno più di sessantanni: hanno raccontato di ripetuti abusi sessuali compiuti su giovani e talvolta anche su minorenni.
Molto significativa è la frase con la quale si chiude il comunicato della Sala Stampa vaticana: «Indipendentemente dalla persona del fondatore si riconosce con gratitudine il benemerito apostolato dei Legionari di Cristo e dellAssociazione Regnum Christi».
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