Roma

Sgominata la «banda del bancomat» Clonavano le carte con le telecamere

Arrestati quattro giovani romeni che agivano nella zona di San Pietro servendosi della tecnologia

Si chiama skimmer ed è il lettore che cattura i dati della banda magnetica dei bancomat, semplicemente con il passaggio della carta. Veniva applicato alla fessura degli sportelli delle banche nella zona San Pietro, vicino Porta Cavalleggeri, da una banda specializzata nella clonazione di carte di credito e bancomat, composta da romeni ben organizzati e con tutti gli strumenti tecnologici a disposizione. Per registrare il codice pin della carta veniva installata ogni notte una microtelecamera. La seconda fase delle operazioni avveniva nel loro nascondiglio, quando il gruppo di truffatori scaricava su un pc, munito di un programma di gestione di bande magnetiche, i dati immagazzinati, per poi trascriverli su supporto plastico.
Insospettiti dal numero dei bancomat fuori uso e dai casi di clonazione nella zona, i carabinieri della stazione di Porta Cavalleggeri hanno intensificato i controlli, riuscendo a cogliere i rapinatori in azione. Dopo aver installato tutti i dispositivi per la clonazione su uno sportello di piazza Pio XI, due di loro controllavano a bordo di un’autovettura se la trappola messa in funzione per gli ignari clienti fosse in grado di trattenere un ricco bottino. L’arrivo degli agenti ha messo in fuga una delle «sentinelle», mentre l’altra nella fuga ha permesso di individuare il covo dei clonatori, in via Rampa Brancaleone. L’appartamento era occupato da quattro cittadini romeni dai venti ai trent’anni, tutti clandestini. Lì sono state trovate carte di credito in bianco pronte per essere smerciate, ma anche carte di credito rubate, il computer per scaricare tutte le informazioni bancarie e una cartina per studiare il prossimo colpo, in una banca.
Al vertice della catena di comando c’era un ventitreenne, il più giovane del gruppo, latitante con precedenti penali. Il romeno non si occupava solo di gestire il giro delle truffe degli sportelli bancomat, ma era anche implicato nella tratta di clandestine per l’inserimento nel mercato della prostituzione. A suo carico un ordine di custodia cautelare in carcere, emesso dal Tribunale di Roma, per associazione a delinquere finalizzata all’introduzione clandestina di donne anche minorenni destinate a prostituirsi. Gli altri complici, connazionali di 26, 28 e 30 anni, sono accusati di concorso di detenzione di carte di credito e bancomat clonati e di strumenti per scassinare gli sportelli.

Sotto sequestro anche tutti gli arnesi tecnologici per la clonazione, telecamere, trasmettitore del segnale video e il lettore della carta di credito.

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