Riccardo Signori
nostro inviato a Palermo
LInter deraglia con il fragore di un pendolino lanciato. I numeri del risultato attenuano leco del botto, i danni forse non saranno così devastanti come avrebbe detto la partita, ma per almeno una settimana il popolo nerazzurro rinfoderi i sogni di gloria. Dopo cinque mesi di imbattibilità (ultimo ko in aprile col Messina), lInter ha scoperto le debolezze sue e la bellezza dellitalian style, quello che a Palermo fa moda e sostanza: difesa con i quattro angeli dalla faccia sporca, che formano reparto compatto e tosto, centrocampo in cui Corini continua a fare il maestro, attacco avviluppato intorno alle spire di Caracciolo.
LInter si è infilata in tutti i guai possibili senza trovar salvatore e senza evitare limbarcata di reti. Devastanti i due difensori laterali, Favalli e Ze Maria: cè il rischio di buttare via una stagione. Cordoba e Materazzi si sono dannati, ma ogni tanto perdono colpi, comè capitato nei primi dieci minuti della ripresa, quando il Palermo ha intonato il suo Bolero con un crescendo concluso dal gol di testa di Terlizzi, stopperone con il vizietto (aveva segnato anche col Parma). Viste le sbandate ci voleva unancora di salvezza. Non sarebbero bastati neppure i pompieri che, nel pomeriggio, avevano rimesso in libertà qualche giocatore chiuso nellascensore dellalbergo. Poteva farcela lAdriano devastatore, ieri perso tra stanchezza e megalomanie proprie. Certi errori, certe sbadataggini, certe incapacità a trovar sbocchi sono stati il timbro della sua giornata negativa e della paura di Mancini: voleva farlo riposare, non se lè sentita per evitare polemiche in caso di débâcle. La débâcle cè stata, Adriano è più stanco di prima, Cruz è entrato tardi, la squadra ha reagito ancora più tardi. Forse servirà a far capire a chi non accetta di vedere campioni in panchina (Moratti sentirà ronzio nelle orecchie) che è meglio vincere un campionato e lasciar cantare chi non sa guardarsi allo specchio.
Ieri lInter ha dimostrato che anche il centrocampo deve trovar migliori equilibrio: Veron serve, ma non a corrente così alternata. Kily è in condizioni indecorose. Figo quando fa i suoi numeri è una garanzia, ma in Italia ti puniscono appena sbagli. La gente di Mancini ha subito tre reti (Gonzalez e Caracciolo ci hanno aggiunto una traversa a testa), ma potevano essere il doppio. E se Julio Cesar ha avuto qualche disagio sulla prima rete (punizione pennellata da Corini) e anche sulla terza (testa di Makinwa su un cross di Santana), sono anche di più i meriti dellaver sventato palloni che altri portieri, col guizzo meno rapido e i riflessi meno felini, avrebbero contato col pallottoliere. Caracciolo si è visto negato tre occasioni, Makinwa una, lindiavolato Santana, divoratore di fasce laterali, e qualche altro, hanno avuto invece difetto di mira.
LInter ha tenuto campo per il primo quarto dora e nel finale quando Mancini ha ribaltato la squadra con il solito vizietto di mettere tutti gli avanti possibili, il Palermo ha un po mollato e Cruz per due volte ha dimostrato che si poteva fare gol. Morale: lanno passato lInter perse la prima alla 26ª giornata col Milan. Questanno alla seconda. Sembra un controsenso, ma forse è meglio.
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