Economia

Si apre oggi la partita per la conquista della Nuova Parmalat

Tra gli azionisti spunterebbero Granarolo e Lactalis. In campo anche Nestlé e un gruppo di banche internazionali

Marcello Zacché

da Milano

Nasce oggi la nuova Parmalat. Salvo sorprese il giudice delegato Giuseppe Coscioni dovrebbe annunciare stamattina l'esito positivo del concordato unico sulle 16 società coinvolte nel crac del gruppo di Collecchio. In pratica la maggioranza dei creditori del gruppo dovrebbe aver dato l'ok alla trasformazione in capitale della propria esposizione. Immediata si metterà in moto la macchina che porterà all'assegnazione delle azioni ai titolari e, raggiunto almeno il 25% del capitale, si apriranno le porte della Borsa. Secondo quanto si auspica il commissario Enrico Bondi le contrattazioni potrebbero iniziare già giovedì o venerdì prossimo. La mappa dei principali soci si conoscerà in settimana. Ma secondo indiscrezioni nel capitale del gruppo alimentare spunteranno sia Granarolo sia Lactalis. Entrambi avrebbero acquistato sul mercato pacchetti obbligazionari da convertire oggi in azioni. E oltre ai due gruppi in concorrenza tra loro per la conquista di Parmalat (il primo, in tandem con Banca Intesa, è sotterraneamente non ben visto da Bondi, mentre il secondo, con Deutsche Bank, gode i maggiori favori del commissario) per conquistare Parmalat, il mercato si aspetta di trovare nel capitale anche qualche grande banca straniera. Si vocifera del gruppo Nestlé per la quale avrebbe lavorato Jp Morgan, ma anche di una possibile cordata di investitori istituzionali. Mentre sembra che anche Royal Bank of Scotland abbia offerto la propria disponibilità. La conferma che sul gruppo esistono appetiti forti arriva anche dall'esplosione del mercato dei «fornitori»: chi tra questi vantava un credito ammesso al concordato, poteva in queste settimane andare alla ricerca del miglior offerente, trovando con facilità un compratore. Secondo fonti di mercato, il prezzo base dei crediti, pari al concambio di 11 euro offerto da Bondi per ogni 100 di esposizione, è arrivato fino a 25 euro. Di certo la mappa degli azionisti stilata secondo la posizione debitoria originaria (che vedeva ex obbligazionisti al 58,7%, banche italiane al 17,4, banche estere al 9,7, creditori e fornitori all'11% e altri finanziatori al 3,2%), sarà sconvolta. Per chi vorrà procedere, sembra comunque ineluttabile il lancio futuro di un'Opa, a cui stanno già lavorando Granarolo-Intesa, Lactalis-Deutsche e forse anche Nestlé. Bisognerà però vedere a che prezzo il titolo tornerà in Borsa. Le ultime quotazioni sul mercato grigio oscillano intorno ai 2,4 euro. Un prezzo che corrisponde a un valore di 3,7 miliardi. Di questi il valore industriale conterebbe per 1,5, al massimo 1,7 miliardi. Il resto si deve a una stima della percentuale di risarcimenti e revocatorie richieste da Bondi (oltre 22 miliardi in tutto).

Che per taluni però potrebbe essere però molto più alta.

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