(...) dei condomini alla Ceaucescu, dove ogni inquilino era il controllore del vicino, mentre i suoi tesori stavano nel sottosuolo o nei caveaux svizzeri. Le intelligenze libere dei lavori liberi, la democrazia reale dei partiti, la vitalità spirituale autonoma del mondo cattolico sopravvivono uno stato di quiescenza deleteria, un copro alimentato a fleboclisi. Di fronte a questo quadro desolante sta la tradizione libera e democratica del popolo genovese, che in vari momenti ha avuto sussulti di rivolta contro i potentati. Ma sono mancati, se si esclude Biasotti con i suoi limiti di politicità, una visione d'insieme o leaders adeguati.
Per il Comune pesano ancora le deboli esperienze dei tentativi di Sansa e Castellaneta. Di smontare il blocco incredibilmente formatosi attorno a Burlando. Nonostante l'aria e i toni rassegnati e digestivi riuscì a scaricare Sansa per il suo formalismo giustizialista ma fu aiutato dall'autocentrazione del magistrato che non lasciava crescere le collaborazioni vaste di una alternativa democratica. Invece il medico e tribuno Castellaneta riuscì, forse per la sua ben digerita vitalità polemica, a dare al suo populismo un tono e una sostanza capaci di durare e realizzare un ceto dirigente alternativo. Il vecchio e solido ceppo liberale di Biondi, sempre un po' elitario non è del tutto riuscito a integrarsi con il neocattolicesimo conservatore di Gagliardi, senza organici collegamenti con associazioni cattoliche e mondo imprenditoriale ben assistito e con una destra vivace, insieme un po' vetusta e un po' protestataria o giustizialista. Un partito liberale e solidale di destra qui ha difficoltà almeno pari a quelle del partito democratico. Infatti l'Udc, in vista della grande Dc nazionale, è molto lanciata nelle collaborazioni mirate con il sistema di potere vigente. In questo quadro sussistono vaste aree del popolo di destra e di sinistra che vivono in uno stato di mugugno e di fredda adesione al proprio schieramento. Le uniche apparenti contraddizioni esplodono tra persone-enti-potentati specifici che raffermano la placida e morta gora del sistema. Il regime burocratico e la cappa protettiva restano invariati. Io vorrei richiamare la necessità di una forte ripresa della cultura libera, laica e cristiana, in un generoso e vasto dibattito popolare, che vinca il blocco dei media e rilanci un movimento diffuso che porti ad esiti positivi non troppo lontani. Dobbiamo vincere i silenzi, le decisioni dall'alto, la mancanza di libertà nei dibattiti, la fine della rassegnazione e la denuncia delle passività e delle connivenze di chi ha talento di cultura, professionalità e capacità lavorativa e produttiva.
Quartiere per quartiere bisogna individuare problemi, disagi e aprire occasioni d'incontro e discussioni nei consigli di circoscrizione, nelle parrocchie, nei circoli della più varia specie. Ne abbiamo avuto la prova nella vicenda di Nervi, quando si è impedito con vasto movimento la svendita dell'area verde Campostano a varianti urbanistiche deleterie che ha alimentato movimenti di volontariato in ogni area economica, professionale e politica..
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